Omelie

Omelia di don Rinaldo del 27 gennaio 2019 - Per Anno III (Anno C)

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Oggi la liturgia della Parola, per i brani eccellenti che presenta, è ad un tempo una vera e propria celebrazione sacerdotale ed anche una magisteriale lezione sul valore di ogni assemblea liturgica. 

Ogniqualvolta, specialmente di domenica, ci raduniamo per celebrare la santa messa, mensa della Parola e del Corpo di Cristo, realizziamo ciò che disse Gesù, quel sabato, nella sinagoga di Nazaret, quando, preso il rotolo del profeta Isaia, lesse il passo: ”Lo Spirito del Signore è sopra di me…” con quel che segue. Tra lo stupore generale concluse: “Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”. Quell’ “oggi” si rinnova ogniqualvolta viene convocata una assemblea liturgica, per celebrare una legittima liturgia, per mezzo di Gesù Cristo, che lo Spirito rende presente nella Chiesa.

Entriamo in chiesa ognuno con la nostra individualità, come chicchi di grano. Dalla Parola di Dio veniamo macinati in farina, per diventare quell’unico pane su cui scenderà Gesù e si farà realmente presente. Entriamo singolarmente, diventiamo un corpo solo e usciamo nel mondo come Parola di Dio, che si fa visibile attraverso il nuovo corpo di Cristo che è la Chiesa, che è la nostra comunità cristiana. 

Ma quello che sorprende maggiormente oggi, leggendo la Parola di Dio, è il brano di Neemia. Lo riprendiamo con diligenza, lo interroghiamo con l’intelligenza del cuore. Imparata la lezione, saremo capaci di rinnovarlo alla lettera, migliorando ogni nostra assemblea eucaristica.

Neemia descrive la grande liturgia della Parola di Dio, celebrata dal sacerdote Esdra, dopo il ritorno del popolo ebreo dalla schiavitù babilonese. Prima di mettere mano al tempio semidistrutto, Esdra volle riedificare il vero tempio vivente dove Dio abita in permanenza, cioè il popolo di Dio. Fu indetta una assemblea santa. Tutto il popolo si radunò. Da quella assemblea, vediamo staccarsi le singole parti e venire a noi in forma di prezioso e magistrale insegnamento.

Il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini e delle donne”. Ci viene detto come preparare ogni nostra celebrazione domenicale. Non è il sacerdote che deve attendere i fedeli. Devono essere i fedeli che, coscienti di dover formare una assemblea santa, si radunano in chiesa per tempo, in attesa.

Esdra…lesse il libro…”. È ciò che noi facciamo nella prima parte della messa domenicale: leggere i brani delle Scritture che costituiscono quel corpo liturgico che si chiama “Liturgia della Parola”. Nessuna Parola di Dio dovrebbe cadere per terra, causa le nostre distrazioni, i rumori, i ritardi. La Parola di Dio è preziosa, ma non facile. Per poterla accogliere, ci vogliono all’opera tutte le nostre facoltà della mente e del cuore. Anche la puntualità è già celebrazione.

I leviti leggevano e… con spiegazioni del senso, facevano comprendere la lettura”. La spiegazione delle letture e la loro attualizzazione alla vita e alla comprensione è affidata, nelle nostre assemblee liturgiche, all’omelia del sacerdote che presiede la celebrazione.

Il popolo rispose: Amen! Amen!”. Siamo popolo sacerdotale. Non si va ad ascoltar messa, ma per concelebrarla. Uno dei modi di concelebrare la messa è quello di partecipare al dialogo e al canto. Da quando si è passati dal latino all’italiano, si sono fatti progressi notevolissimi. Oggi abbiamo assemblee liturgiche molto più compartecipate.

Andate, mangiate carni grasse, mandate porzioni a quelli che nulla hanno preparato; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza” concluse Esdra. Di domenica veniamo alla messa con i pesi di una settimana. Usciamo ricchi di voglia di vivere e di fare, per il bene di tutti. Da veri cristiani diciamo:“Non possiamo vivere senza la domenica”.

don Rinaldo Sommacal