Omelie
Omelia di don Rinaldo del 30 dicembre 2018 - Sacra Famiglia (Anno C)
Il natale di Gesù chiama uomini, animali e cose a interrogarsi e a riscoprirsi nuovi e portatori di novità dopo che il figlio di Dio, il Creatore, si è fatto figlio della sua creatura. Saremmo tentati di tuffarci nel mistero della cristificazione dell’intero universo, perdendo la testa in riflessioni da capogiro. Lasciamo queste meravigliose imprese ai teologi e ai filosofi, come anche ai cosmologi che si lasciano illuminare dalla fede cristiana. Noi, sollecitati dalla liturgia, vogliamo interrogarci sulle novità che il Natale ha portato entro le viscere della famiglia dell’uomo.
Il vangelo ci narra una vicenda della famiglia di Nazareth. Gesù, Giuseppe e Maria, come tutti gli israeliti, vanno a Gerusalemme per la Pasqua.
Gesù ha dodici anni. Con uno scatto di maturità, Gesù, così umile, docile, obbediente a Maria e a Giuseppe, pone un gesto profetico con cui dice che Maria e Giuseppe sono sì la sua famiglia terrena, ma che le sue ascendenze sono divine e il suo vero padre è Dio. Rispondendo al garbato e fermo rimprovero di Maria, Gesù dirà: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”-Poi, per altri vent’anni circa, Gesù scomparirà nel silenzio di Nazareth, ove “cresceva in sapienza, età e grazia”.La famiglia! La famiglia cristiana! Facciamo alcune riflessioni.
Anna, la mamma del profeta Samuele, insegna ancor oggi agli sposi cosa chiedere a Dio come dono primario e come chiederlo. Anna chiede a Dio in dono un figlio. Ricevutolo, Anna ci insegna come comportarci con i figli. Lo chiamerà Samuele, che significa “dal Signore l’ho impetrato”.
Sposi, c’è da meditare e da imparare. Da fidanzati, che spazio ha avuto il pensiero, il desiderio, la scelta responsabile dei figli? E cosa sono per voi i figli? Anna, avuto in dono da Dio il figlio, a Dio lo donò.
Per gli sposi cristiani tutto questo si traduce in due esperienze: gioire per la gravidanza liberamente voluta, o riscattarla con una libera accettazione; accompagnarla non solo con tutte le dovute e necessarie precauzioni igieniche e dietetiche, ma anche con il lievito della fede cristiana.
E se per disavventura quel figlio non potesse venire alla luce? Cosa potete fare voi genitori cristiani, perché il concepito in grembo materno possa ricevere il sigillo del battesimo? Desiderare il battesimo! Il desiderio del sacramento da parte dei genitori, agli occhi di Dio è già un atto di fede efficace. Sicuramente Dio lo accoglierà in cielo tra i bambini mai nati. Se viene alla luce, iniziare quanto prima il cammino al battesimo, contattando il parroco, stabilendone la data e la preparazione.
Dice il vangelo che Gesù “cresceva in sapienza, età e grazia”. Anche i vostri figli, genitori carissimi, devono crescere. Che crescano e bene in età, in statura, in salute, nel benessere è un augurio che da noi vediamo felicemente realizzato.
Non manchi, però, la solidarietà tra famiglie. Ben sappiamo quanto un figlio economicamente oggi venga a costare. Che i figli crescano in sapienza è ormai da noi un fatto di cultura. Varrebbe la pena di fare alcune considerazioni sull’uso del tempo libero, della televisione, del computer, del cellulare, ecc. Piuttosto i figli, nelle nostre case, crescono anche in “grazia?”.
Il battesimo ha dato loro la dignità di figli di Dio. I genitori sanno di avere in casa un piccolo Gesù, che deve imparare a comportarsi come Gesù, sia verso Giuseppe e Maria, sia verso il Padre celeste? Qui sorgono parecchi interrogativi. A genitori splendidi nell’educare cristianamente i figli, si affiancano anche genitori che non si rivelano all’altezza. Figli che non sanno pregare e non sanno nulla della loro identità cristiana, perché i genitori non vivono pienamente il cristianesimo.
La famiglia coerentemente cristiana porta civiltà, sempre civiltà vera. La famiglia cristiana, non bigotta ma libera e cosciente, è oggi nella società un autentico anticorpo che allontana i mali morali. Ripartiamo dalla famiglia: a famiglia ri-cristianizzata, certamente corrisponderà una società motivata verso un domani sicuro e prospero.
don Rinaldo Sommacal