Omelie
Omelia di don Rinaldo del 30 settembre 2018 - Per Anno XXVI (Anno B)
Dice Numeri, uno dei primi cinque libri della Bibbia: il Signore scese nella nube e tolse a Mosè parte dello spirito che era su di lui e lo pose sopra settanta uomini ‘anziani’e quelli profetizzarono. Gli risponde secoli dopo l’evangelista Marco. Ci dice che c’era un tale che andava scacciando i demoni nel nome di Gesù, pur non essendo un suo discepolo.
I settanta, che ricevettero direttamente dal Signore il dono della profezia, ci dicono alcune cose preziose: che Dio è sempre presente nella storia degli uomini e veglia su di loro, estendendo la sua attiva presenza; che Dio chiama di tra il popolo qualcuno che lo rappresenti, rivestendolo di autorità; che, chi è in autorità, deve far crescere altri, con cui condividere i doni e i poteri ricevuti da Dio; che Dio sogna di vedere il giorno in cui tutti i popoli si ritrovino uniti nello stesso Signore e sappiano scambiarsi i doni della profezia, distribuiti da Dio, senza parsimonia, nella feconda e inesauribile natura umana, entro ogni positiva cultura, razza e nazionalità.
Come reagirono i discepoli di Mosè e di Gesù? Il fedelissimo di Mosè, Giosué, contestò i due che, senza l’imprimatur di Mosé, si misero a profetizzare nell’accampamento. Anche Giovanni, il più giovane degli apostoli, cercò di impedire a quell’improvvisato esorcista di scacciare i demoni nel nome di Gesù.
Mosè, dopo aver apprezzato lo zelo di Giosué, proclamò un augurio che divenne una vera e propria profezia avveratasi in Gesù: "Fossero tutti profeti nel popolo del Signore". E Gesù aggiunse: "Non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome che poi dica male di me".
Senza tema di sbagliare, con lucidità, noi ci permettiamo di affermare che, con il battesimo, siamo stati accolti da Gesù e, incorporati in lui, ricevendo i suoi stessi valori. Il primo valore di Gesù in ordine logico, è quello profetico. Per sua natura Gesù è il profeta di Dio per eccellenza. Il suo primo nome, infatti, è ‘Verbum Dei’, Parola di Dio.
Anche oggi, avendoci convocati, Gesù ci sta parlando, ma parla a noi attraverso di noi, nessuno escluso. Pertanto dobbiamo esserne coscienti. Da cristiani coscienti, noi non possiamo più parlare a vanvera, inquinando le nostre parole, fatte di suoni, di comportamenti, di azioni, di scelte di vita individuale, comunitaria, ecc. Il cristiano convinto, quindi, deve saperlo di essere, per sé e per gli altri, anche Parola di Dio.
Infine, Gesù ci insegna che la sua presenza nel mondo è molteplice: se qui, tra noi la sua presenza è ufficiale, piantata su Pietro…, Egli ha infiniti altri modi di essere presente e operante altrove, nell’anonimato, attraverso le persone giuste, disseminate in tutte le parti del mondo e nelle religioni che, in nome dell’amore verso il prossimo, diventano una delle innumerevoli vie della salvezza che portano Dio e portano a Dio.
don Rinaldo Sommacal