Omelie

Omelia di don Rinaldo del 16 settembre 2018 - Per Anno XXIV (Anno B)

È forte la domanda posta da Gesù ai suoi discepoli: “Ma voi chi dite che io sia?”. Altrettanto forte è la risposta data da Pietro: “Tu sei il Cristo”. Su questo ci soffermeremo oggi. Riascoltiamo Gesù che in ogni tempo e luogo chiede a chi lo segue: “Ma voi chi dite che io sia?”. Oggi siamo noi a ricevere da Gesù la grande domanda: “Ma voi chi dite che io sia?”

Rispondo io, il presbitero, per primo. Non do assolutamente per scontato che io sia in grado di rispondere subito e bene alla domanda che Gesù in persona mi sta continuamente ponendo. Pietro mi sorpassa! A volte ho l’impressione di fare il prete ‘professionista’ anziché essere il cristiano convinto e convincente che fa conoscere e amare Gesù al di sopra di ogni cosa e persona e che lo porta a tutti come il regalo più atteso, ricco, gioioso e redentivo. Dovrei, quindi, dare a Cristo il tutto di me, anche la vita.

Conosco bene i miei vecchi e preziosi parrocchiani. Tra loro ho conosciuto persone che avrebbero potuto dirmi con il cuore e col pensiero più che con le parole, chi è Gesù per loro. Persone che non esiterei di dire ‘sante’, capaci di convivere in Cristo, con Cristo e per Cristo, nella buona come nella cattiva sorte.

Un giorno mi capitò di leggere l’omelia che Giovanni Battista Montini, allora arcivescovo di Milano e poi successore di Pietro, fece a commento di questo brano evangelico e come risposta alla classica domanda di Gesù. Parlando a tu per tu con Gesù, Montini ebbe a dirGli:

"O Cristo, nostro mediatore, unico e solo, solo vero maestro delle verità recondite e indispensabili della vita. Tu ci sei necessario per conoscere il nostro essere, il nostro destino e la via per conseguirlo; Tu ci sei necessario, o Redentore nostro, per scoprire la nostra miseria e guarirla, per avere il concetto del bene e del male e la speranza della santità; per deplorare i nostri peccati e averne il perdono; Tu ci sei necessario, o fratello unigenito del genere umano, per ritrovare le ragioni vere della fraternità fra gli uomini, i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo e la redenzione; - Tu ci sei necessario, o vincitore della morte, o Cristo, o Signore, o Dio-con-noi, per imparare l’amore vero e per camminare nella gioia e nella forza della carità, lungo il cammino della nostra vita, fino all’incontro finale con te amato, con te atteso, con te benedetto nei secoli.”

Anche noi con Pietro gli diciamo: “Tu ci sei necessario! Perché Tu, e tu solo, sei il Cristo”. Questa meditazione del beato Paolo VI è per noi di un valore straordinario, che ci porta a sperimentare il piacere di credere e di essere in Gesù, l’unigenito figlio di Dio. Una scintilla della nostra beatitudine raggiunga i tanti che conosciamo e che conoscono sì Gesù, ma solo il Gesù assente e non il Gesù, il Cristo, il figlio di Dio, il vincitore della morte, vittoria che condividerà con tutti noi da lui sempre amati, fino a morire d’amore per noi per farci rinascere in lui.

don Rinaldo Sommacal