Omelie

Omelia di don Rinaldo del 2 settembre 2018 - Per Anno XXII (Anno B)

Oggi la Parola di Dio mette a confronto tra loro i due legislatori e educatori di coscienze per eccellenza: Mosè, che codifica con parole umane, quindi imperfette, i comandamenti ricevuti da Dio sul Sinai; e Gesù che, in quanto Dio è la Verità, quindi l’unico che può dire quali sono le norme transeunti, modificabili, perfezionabili e quali sono le leggi perenni, intoccabili e che tutti devono conoscere, rispettare, quali sentinelle di Dio in favore della Vita dell’uomo e del creato.

L’uomo, tra gli innumerevoli valori usciti dal volere del suo Creatore e che popolano l’universo, è il valore che sta al di sopra di ogni altro pur nobile valore. Pertanto, ogni nostra interpretazione della legge morale sulla vita, deve partire sempre da questo imperativo: che la vita umana, ogni vita umana, dal concepimento alla sua fine terrena, non deve essere giudicata solo o prevalentemente in favore dei più e già privilegiati.

Affinché ogni persona umana abbia, con la vita, tutti i mezzi che la rendono un dono prezioso e creativo, è disceso tra noi lo stesso Autore della Vita, il Verbo, il Figlio di Dio, l’Emmanuele, Gesù. E Gesù non ha esitato un istante a donarsi a tutti noi, come lo abbiamo meditato per domeniche, facendosi nientemeno che nostro pane quotidiano, facile da trovare. Gesù, per chi lo mangia, diventa cibo di vita eterna. 

Ecco chi siamo per Dio: siamo suoi figli, nessuno escluso. Possiamo dire uno sproposito, ma vero: Siamo Gesù. Quindi non c’è alcun dubbio: il mio prezzo agli occhi di Dio mio Padre, è il prezzo del Figlio.

Dio, nostro Padre, ha posto nelle nostre mani, tutti e abbondanti, i mezzi necessari per farci crescere, nel corpo e nello spirito, da figli Suoi. Con l’aiuto delle due Tavole della legge, dettata da Dio, ogni coscienza può e deve interrogarsi circa la volontà di Dio. Ma vediamo ché gli immensi mezzi, ricevuti da Dio e governati da noi, Suoi figli, sono stati e sono ancor oggi da noi molto male amministrati. 

Ne è prova il brano odierno del vangelo di Marco. Gesù che, come Dio, è la perfezione della legge e, come uomo, è come noi, spezza una lancia per dire quali sono le leggi che non si possono cambiare nella loro essenza, ma anche quali sono quelle che sono da rivedere, perché nate da certe occasioni temporali, da certi eventi, anche da certe false e interessate morali. 

Ascoltiamo Gesù. A chi lo rimproverava di non osservare certe tradizioni degli antichi, rispose duro e chiarissimo: “Trascurando il comandamento di Dio voi osservate le tradizioni degli uomini”.

Ci basti questo cenno evangelico per interrogarci e trarre una difficile, ma necessaria riflessione: davanti alla sfilza di malvagità denunciate da Gesù, compiute anche oggi da chi si crea leggi di comodo, dobbiamo pure noi, singole persone, ma anche cittadini corresponsabili, chiederci: “Da che parte sta la nostra coscienza, martoriata da mille dubbi e da delicati ostacoli?” “Gesù, tu solo hai parole di vita eterna!”

don Rinaldo Sommacal