Omelie

Omelia di don Rinaldo del 19 agosto 2018 - Per Anno XX (Anno B)

Questa domenica, seguendo, parola per parola, il brano evangelico, ci porta nel cuore del discorso eucaristico. Ci chiede, però, una attenzione e una apertura di fede, ad altissimo livello, quasi scandalosa. Partiamo! Seguire Gesù, l’operatore di clamorosi miracoli, fu e sarebbe la cosa la più facile e la più bella del mondo. Ma qui, ci si rende conto che la ben chiara volontà di Gesù non è quella di attirare la gente a suon di miracoli, ma di fare di quel miracolo una strada che porta alla fede, alla fede vera.

Il miracolo che Gesù fece con la strepitosa moltiplicazione dei pani, aveva lo scopo di portare la gente a fare un altissimo salto di adesione a Lui, al Gesù difficile, al Gesù invisibile ma vero. Salto che la folla, che aveva visto il miracolo, forse noi compresi, non  voleva o non riuscì a fare. Voleva un Messia con in tasca le soluzioni economiche, che non portava la gente a inabissarsi, per mezzo Suo, in Dio. Lo disse con cruda chiarezza Gesù in persona: “Voi mi cercate, non perché avete visto i segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati”. Se Gesù fece quello strepitoso miracolo, lo fece perché si avesse a risponderGLI poi con un altrettanto eccezionale e umile salto di qualità nella fede messianica. 

Quale era il salto che Gesù chiedeva ai suoi seguaci? Passare dalla vecchia alla nuova alleanza, portata in terra da Gesù, il figlio di Dio e il figlio di Maria, cioè uno di noi, per ognuno di noi. Ce lo torna a dire Gesù in persona. Lo dice, anzi lo grida, in tutti i tempi, anche oggi. “Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno”. E aggiunge queste tremende affermazioni di origine divina: “In verità, in verità vi dico, se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.

Cosa di più chiaro? Nulla. Cosa di più incomprensibile? Nulla. Ma Gesù, lo dice chiaramente, non intende ritirare parola alcuna di quelle dette così terribilmente chiare e pesanti. Anzi, Gesù, come non mai, incalza la folla, tiene in mano il discorso e non permette alla gente di ribattere, di contestare, di interrogare.

Degli evangelisti, solo Giovanni, presente all’evento, ebbe il coraggio di riportare, parola per parola, il discorso rivoluzionario fatto da Gesù. Giovanni era presente anche il giovedì santo, quando Gesù, davanti ai Dodici, Giuda compreso, prese il pane e disse: “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo” e così sul vino. Ecco che l’immenso (ce lo attesta la fede) diventa un atto di fede, adeguato però al linguaggio dei bambini.

A domenica prossima il seguito di questa incredibile pagina del vangelo di Giovanni, lui, presente all’evento, come sempre molto vicino al linguaggio di Gesù. 

don Rinaldo Sommacal