Omelie
Omelia di don Rinaldo del 22 luglio 2018 - Per Anno XVI (Anno B)
Seguiamo oggi Gesù che ci invita a stare con Lui un po’ in disparte dalle cose da fare, dalle persone da ascoltare e servire. Dio, fin dall’eternità, ama presentarsi a noi, non con la potenza maestosa e imperiosa dei re, ma con la tenerezza del pastore, che ama una ad una le sue pecore. Siccome Dio è purissimo spirito, sceglie di tra gli uomini alcuni che lo rappresentino. Un titolo li accomuna: pastori. Nascono così, nella storia della salvezza, le tre categorie di pastori: i profeti, che ricevono da Dio l’illuminazione, perché con parole, anche imperfette, facciano conoscere a tutti la Parola di Dio e le Sue volontà; i sacerdoti, perché diventino quel ponte che congiunge la terra al cielo e permette a Dio di rendersi presente e visibile attraverso uomini, resi sacri con una particolare investitura divina; i re, perché ricevano da Dio e dal popolo, attraverso le più svariate forme, il potere per governare con saggezza e giustizia il popolo a loro affidato.
Cosa dice di loro il Signore, per mezzo del grande profeta e martoriato Geremia? Con amarezza esprime il lamento, visto il cattivo uso che certi profeti, sacerdoti e re fanno del loro potere ricevuto da Dio, quindi non loro proprietà. Lo scopo di Dio nello sceglierli non era quello di arricchirli, ma di mandarli al popolo, per far giungere, integra, agli uomini la Sua parola e la Sua volontà, per come governare il popolo al solo scopo di raggiungere il bene comune e per portare il popolo verso i pascoli della prosperità e della pace.
Ma ecco che Geremia inaspettatamente, lancia una attesa e gioiosa profezia, che noi vediamo avverarsi, nonostante tutto, giorno dopo giorno. Dice il profeta: “Ecco verranno giorni nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto… Nei suoi giorni Giuda sarà salvato… E quel popolo che camminava nelle tenebre, ricevendo il Dio fattosi uomo per ogni uomo, diverrà egli stesso un popolo profetico, sacerdotale e regale. Chi non lo accogliesse, causa la pigrizia dei pastori, ma avesse conservato la rettitudine d’intenzione, magari attraverso la porta stretta, entrerà nel Regno di Dio riservato a tutti gli uomini di buona volontà.
Beati anche quei pastori, quei profeti e quelle legittime autorità che, pur stanchi, quasi consumati dal servizio spesso ingrato, non demordono e sono ancora disponibili a portare e donare il Cristo anonimo e la sua sorprendente regalità. È anche per mezzo di queste persone che saremo salvi. Spesso invisibili, ma santificate dalla loro retta coscienza, spesso perseguitate dalla ingratitudine di chi critica quasi per mestiere o per divertimento, o ancor peggio con inimicizia. Sissignori! il Signore dei signori farà nuove tutte le cose, eleverà i servi fedeli alla dignità del Padrone. Si vedrà il Padrone, Dio offrire il banchetto e servire i suoi servi stupiti e increduli.
Chi mai su questa terra vedrà cose simili? Noi sì. Abbiamo detto poco fa: “Abiterò tutti i giorni nella casa del Signore”. Così abbiamo detto e così sarà!
Don Rinaldo Sommacal