Omelie

Omelia di don Rinaldo del 6 maggio 2018 - Pasqua VI (Anno B)

Domanda: “Qual’ è la natura e la dimensione della Chiesa di Cristo e dagli Apostoli predicata? Ragioniamo. Non fu facile agli inizi arrivare a capire che la Chiesa di Gesù è, e deve divenire, la comunità voluta da Dio per accogliere l’intera umanità. Per questo uno dei nomi della Chiesa di Cristo è ‘Chiesa Cattolica’, cioè Universale.

Mentre gli Apostoli di Gesù, tutti ebrei, stavano coltivando l’idea di convertire a Cristo tutti i loro concittadini, i convertiti, che provenivano dai pagani, cominciavano a bussare, e con sempre maggiore insistenza, alle porte della Chiesa di Gerusalemme. Fu in questo contesto che si verificò l’episodio chiarificatore riportato ampiamente dalla prima lettura.

Cornelio (più pagano dei pagani, poiché centurione dell’impero di Roma), ebbe una visione divina in cui gli si ordinò di invitare a casa sua un certo Simon Pietro che si trovava in missione a Giaffa. Contemporaneamente Simon Pietro, messosi a tavola, ebbe una visione: si trovò, calata davanti, una tovaglia con dentro ogni sorta di animali, anche proibiti dalla legge ebraica, perché ritenuti immondi. Pietro ricevette l’ordine: “Mangia”. “Non mangio cose impure” disse. Si sentì rispondere:“Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo mai più profano”. In quel medesimo istante bussarono alla porta i messi di Cornelio. Giunto all’appuntamento, Pietro disse a Cornelio: “Mi sto rendendo conto che Dio non fa preferenze di persone”. Detto questo, lo Spirito Santo scese sopra tutti i pagani che ascoltavano Pietro. Cornelio, a quel punto si gettò ai Piedi di Pietro, che disse con autorità: “Alzati, anch’io sono un uomo”. 

Nella Chiesa, chi è chiamato a rappresentare visibilmente Gesù, non diventa una divinità, ma un servo. ‘Servo dei servi di Dio’ si fa chiamare il successore di Pietro. Nella Chiesa vera è grande non colui che si fa servire, ma colui che liberamente serve. 

La Chiesa insegna a distinguere tra venerazione e adorazione. Dio e solo Dio si deve adorare. A nessun altro sulla terra deve andare il culto di adorazione. Certi servilismi, che possono inserirsi anche nelle strutture ecclesiali, devono essere individuati e sradicati. La Chiesa riconosce e favorisce il culto dei santi, ma mai le devozioni che sanno di fanatismo e di idolatria.

Anche le devozioni mariane (utili quando sono la più intima, nobile, fiduciosa, efficace capacità di sentirsi accolti come figli meravigliosamente amati dalla nostra amatissima Mamma), devono evitare fanatismi devianti. La Chiesa propone ogni giorno, con liturgie speciali, il culto dei martiri e dei santi di ogni ordine e grado. Ma ancor più la Chiesa chiama noi tutti, individui, famiglie, istituzioni alla santità propria di ogni scelta di vita. 

Noi, piccole Chiese Locali, cerchiamo di non dimenticare i santi di casa nostra, da conoscere, pregare, imitare. Abbiamo in cielo innumerevoli antenati che non cessano di sentirsi di casa da noi e che noi dovremmo valorizzare di più la loro mediazione che ci farebbe loro meno indegni discendenti. Ben venga anche la santità dell’ultima ora.  

don Rinaldo Sommacal