Omelie
Omelia di don Rinaldo del 22 aprile 2018 - Pasqua IV (Anno B)
Dalla prima parola della Genesi all’ultima parola dell’Apocalisse, tutta la Bibbia è detta ‘Parola di Dio’, pur dovendo fare grande attenzione, in particolare quando l’ispirazione divina ci viene proclamata dai profeti con l’impetuoso linguaggio e la cultura del loro tempo. Solo Gesù è chiamato ‘Parola di Dio’, e lo è! Per cui, nessuna delle sue parole deve essere manipolata e fraintesa a nostro piacimento e vantaggio.
Gesù inviò lo Spirito Santo, perché ispiri gli Apostoli e i loro successori a capire la sua Parola in evoluzione e insegnarla senza errori dottrinali. Alcune Parole di Gesù, difficili un tempo, si rivelano profetiche nei tempi nuovi, quando cambia, poco o tanto, il modo del vivere e del fare degli uomini, che, sollecitati dalla scienza, dai bisogni, dal progresso, pongono domande nuove, a volte difficili, anche per la fede cristiana.
La vocazione a credere al Dio di Gesù Cristo e a Gesù Cristo il Verbo di Dio, e, di conseguenza, ascoltarlo, capirlo, interrogarlo e seguirlo, è la caratteristica fondamentale da riscoprire da parte di ogni cristiano in primis, ma anche di ogni persona vivente, poiché Gesù è il pastore di tutto il genere umano. Questa verità, per noi cristiani, risuona entro la parola ‘vocazione’che é il tema di questa liturgia.
Se, in primo luogo, la parola ‘vocazione’ riguarda la chiamata all’ordine sacerdotale e alle specifiche scelte di vita consacrata, nessuno qui deve considerarsi un ascoltatore disinteressato. Io, tu, voi, noi, dobbiamo chiederci: “Sentiamo di essere persone responsabili delle nostre scelte? Conosciamo sempre di più il nostro Dio? Ascoltiamo attentamente gli insegnamenti di Gesù? Viviamo da cristiani, senza paura e rispetto umano, ma anche senza prosopopea, in famiglia, a scuola, al lavoro, entro le istituzioni?”
La nostra fede cristiana, che non deve essere vissuta e dimostrata come una scelta di parte, fa parte, però, della nostra storia e contribuisce a creare storia, a purificare la storia, a proporla come un dono ricevuto gratuitamente e da tramandarlo come un dono da noi arricchito. Il cristiano vero prima è un cittadino che si lascia interrogare su che cosa sia la verità, e come farla diventare risposta di vita.
Ci risponde Pietro, esperto delle debolezze umane: “Gesù Nazareno è la pietra che da voi costruttori è stata scartata, è diventata pietra d’angolo”. L’interrogativo che sgorga da questa Parola di Dio, è chiarissimo: stiamo scartando Gesù? Lo perdiamo per strada? Avremmo perso il senso della vita cristiana. Ma chi è questo Gesù così presente soprattutto quando lo si vorrebbe assente?
Lui stesso si presenta: “Io sono il Pastore, il vostro Pastore. Vi conosco uno a uno. Vi seguo uno a uno. Vi amo uno a uno. Vi chiamo per nome e conosco la vostra voce. Soffro con voi la mancanza di pastori nuovi, giovani, gioiosi di portarmi ai loro fratelli assetati e affamati di me. A chi mi seguirà, dirò: “Non sarai solo. Io seguirò te”. Grazie Gesù. Grazie in particolare di quei doni che mi hanno portato a Te.
don Rinaldo Sommacal