Omelie

Omelia di don Rinaldo dell'11 marzo 2018 - Quaresima IV (Anno B)

La prima lettura, tratta da Cronache, titolo di uno dei libri della Bibbia, si divide in due parti, dove una risponde all’altra. La prima parte descrive un presente storico di Israele, disastroso al suo interno e umiliante all’esterno. Al suo interno la moralità è andata in frantumi. Dice Cronache: “Tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il polo moltiplicarono le loro infedeltà, imitando gli abomini degli altri popoli pagani.

Causa questo degrado, predicato come modernizzazione, progresso, liberazione dalla schiavitù della fede e della morale, arrivò puntuale il fallimento dell’intera Nazione: distruzione del tempio, città saccheggiata, popolo deportato in schiavitù.

Ma per fortuna c’è la seconda parte del Libro sacro. Mentre il popolo aveva tradito il patto con Dio e si era dato divinità di comodo, fatte su misura d’uomo, Dio rimase fedele alla sua promessa.

Trasformò il sacrificio del popolo in riparazione, le sconfitte in lezioni, l’umiliazione in discernimento, la schiavitù in cammino verso la libertà vera. Nella prova durissima, il popolo tornò a scoprire l’antico e sempre presente Liberatore. Dio l’aveva scelto come suo popolo, perché portasse il suo Nome ovunque e a tutti facesse conoscere che il Dio di Israele è l’unico vero Dio.

Dio fedele andò in Babilonia con il suo popolo in catene. Ma vi andò per liberarlo dalle catene. Provvide pure il liberatore. Sarà Ciro, un pagano, lo stesso re di Persia. 

Ritorni a splendere per noi oggi quel tratto di storia del popolo di Dio e facciamola scorrere salutare sulla nostra pelle. Siamo un popolo in perenne fibrillazione. Tutti vogliamo possedere e assaporare la libertà, ma siamo in confusione nel dirci: “Cos’è la libertà?”.

Anche il Dio in cui crediamo ci vuole liberi. In Gesù ci predica che cos’è la libertà e come diventare liberi. Gesù non teme di entrare in conflitto con chi, per libertà, intende il poter fare tutto ciò che ci pare e piace o riuscire a mettere le mani sull’avere, sul potere, sul godere, sull’avere sempre ragione…

Gesù non cessa un attimo di predicare la vittoria finale di tutto ciò che è vero e buono, ma che passa normalmente anche attraverso la dinamica delle battaglie, delle sconfitte. Se qualcuno ti attacca perché cristiano credente e praticante, Dio di Gesù, tu sfodera la spada della verità che dice: “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di Lui."

Quel Lui noi ben lo conosciamo. Dove trovarlo con certezza? Ai piedi della croce. Li troverai riuniti e divisi, gli eterni esemplari di chi predica schiavitù e di chi spezza le catene dell’odio con l’amore che fa dire alla vittima innocente, quasi fosse il colpevole davanti a Dio e all’umanità: “Padre, perdona loro. Non sanno quello che fanno”.

È troppo! Noi popolo infedele, non possiamo non credere! 

don Rinaldo Sommacal