Omelie
Omelia di don Rinaldo del 21 gennaio 2018 - Per Anno III (Anno B)
Continua il dialogo di domenica scorsa, tra Dio e l’Uomo: Dio che chiama e l’uomo che è invitato a rispondere. Fu rivolta a Giona questa parola del Signore: “Alzati e va a Ninive… e annunzia loro ciò che ti dirò”. Il vangelo risponde con questa precisa chiamata di Gesù: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”.
Quanto esiste nel regno minerale, vegetale e animale è la risposta a una ben precisa chiamata del Creatore. A questa chiamata, il regno minerale, vegetale e animale rispose con un ‘sì’che ha del prodigioso. Un ‘sì’ ancor più potente se sarà dimostrato vero l’evoluzionismo in atto.
Ma con l’uomo, Dio cambia totalmente il modo di fare. Non gli impone leggi fisse, a scapito della libertà. Dio vuole e fa l’uomo libero. Con l’uomo Dio vuole interagire con un dialogo costruttivo e strepitoso. Lo chiama a collaborare alle varie scelte di vita dell’immenso creato, ma sempre a una condizione: “Se vuoi”. Ai molti, che vorrebbero un Dio che avesse da impedire ogni male, rispondiamo che Dio non ha pensato l’uomo come un robot, un capolavoro di perfezione, ma senz’anima, senza libertà. Dio ha donato all’uomo ciò che non ha dato a nessun altro essere inferiore e che è proprio e solo di Dio: una coscienza libera, guidata dalla perfetta divina legge morale che la incarna. Solo chi risponde liberamente e secondo coscienza alla chiamata di Dio, o merita o pecca.
Ogni persona vivente, frutto a sua volta di una ‘chiamata divina, è o dovrebbe essere un ‘eccomi’. Invece, bisogna confessarlo, spesso siamo simili a Giona o a Simon Pietro: o ci prende la paura davanti a certe chiamate, o, inebriati dall’entusiasmo, rispondiamo con enfasi, per poi, davanti alle prove, ammutolire, arretrare, fuggire, negare, tradire.
È incoraggiante sapere che il Dio che chiama, sa già che ci sono in noi queste risposte diverse e questi rischi. Dio è grande, perché sa scommettere su ciascuno di noi, nonostante conosca tutti i nostri modi imperfetti di rispondere alle sue diverse chiamate.
A Giona, come a Pietro, dopo la disobbedienza e il tradimento, dopo la conversione e la confessione della colpa, dopo il sincero pentimento, Dio ridà il perdono, la fiducia e, attraverso questi peccatori pentiti, Dio raggiunge altri peccatori e li porta a conversione.
Ninive la peccatrice accolse Giona il peccatore pentito e si convertì. La nostra Chiesa continua a peccare, ma continua anche ad ascoltare Dio nel Pietro di turno, ognuno diverso sia dei predecessori, ma anche di Cristo stesso.
Torniamo a noi: nessuno tema le prime e immediate reazioni di fronte a ciò che vediamo, sentiamo, riceviamo, contestiamo anche all’interno delle nostre persone, delle nostre famiglie, comunità, chiese… Importante è con l’aiuto di Dio, seriamente pregato e ascoltato, tornare a rendere vitali, e gioiose le nostre scelte fatte e maturate con l’aiuto di tutte le cause seconde, disseminate dalla Provvidenza sui nostri cammini a tutte le età.
Grazie Signore.
don Rinaldo Sommacal