Omelie
Omelia di don Rinaldo del 6 gennaio 2018 - Epifania (Anno B)
Epifania. Per noi cristiani il nome stesso è un messaggio luminoso. Per noi significa ‘manifestazione del Signore’. Ma è necessario liberarla dalle epifanie bugiarde e ridarle il suo giusto, prezioso e originale contenuto.
Partendo dalla Bibbia, sappiamo che l’epifania cristiana è una voluta e progressiva manifestazione all’umanità intera, da parte stessa di Dio, del Suo progetto in favore dell’intero creato e, in primis, dell’umanità. Il progetto, che noi in gran parte ormai ben conosciamo, prevedeva che Dio assumesse, in comunione con la natura divina, anche la distinta natura umana. Dio lo realizzò scegliendo un popolo ben preciso, il popolo uscito dalle viscere di padre Abramo, e da una Vergine di nome Maria, data in sposa a Giuseppe.
Ma la finalità dell’Incarnazione di Dio non doveva essere accolta e fatta propria da un solo popolo, bensì, per mezzo di quel piccolo popolo nomade, da tutta l’umanità e da tutto il Creato. Per questo Dio fece pervenire l’annuncio della sua venuta in terra, inviando profeti a tutti i popoli, a tutte le razze e culture, a tutte le coscienze, a tutte le religioni, a tutti gli uomini che Egli ama. Così, via via, prese consistenza la vicenda dei Magi che, guidati dalla profetizzata stella, partirono dai quattro punti cardinali: Si trovarono uniti dalla stessa fede nell’unico vero Dio, fatto uomo per tutti gli uomini che Egli ama.
I santi Magi vengono oggi a dirci che tutti, per le strade, le culture, le religioni anche le più diverse, dobbiamo convenire nel fare delle nostre divinità, strade originali che portano tutti all’unità nell’Unico Dio fattosi uomo. I Magi ci dicono, con questo evento, che ancora oggi è celebrato nel mondo intero, che esiste un solo Dio, ma un Dio ‘famiglia’. Da Lui partano e a Lui portino, con una mirabile varietà di doni, tutte le religioni.
Il secondo aspetto dell’Epifania vede protagonista la nostra singola persona, perché si senta punto di riferimento e destinataria attiva di tutti questi abbaglianti, ma non folcloristici eventi. E se suonasse alle porte del mio IO la voce di chi chiede: “Dov’è che oggi abita l’Atteso dalle genti?” E se fossi io in persona a ricevere questa domanda? No, no! Sono ben altre le case e le persone che valgono la reggia di Dio!
Invece no. Invece questa liturgia, di cui io, tu, noi stiamo celebrando, altro non è che uno dei meravigliosi momenti in cui sento Gesù bussare e dirmi: “Oggi desidero pranzare con te e a casa tua”. Vuoi sentirti il preferito da Gesù? Aprigli la porta, accoglilo, egli verrà. Magari solo tu ti accorgerai. Ma fallo entrare. Non stai sognando. Se lo ospiterai, ti dirà: “Torna alla vita, ma per la strada che Io ti indicherò. Non sarà mai più quella di Erode. I piccoli martiri esultano in cielo con il martire del Golgota.
don Rinaldo Sommacal