Omelie

Omelia di don Rinaldo del 8 dicembre 2017 - IMMACOLATA (Anno B)

“Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. Queste parole, piovute non si sa come, dal cielo, ci dicono chi è Maria, la figlia unica di Anna e Gioacchino. La tradizione narra che i genitori di Maria, anziani e molto pii, ottennero di portarla, ancor piccola, a Gerusalemme e affidarla alle vergini del Tempio, dove ebbe una privilegiata educazione. Nessuno avrebbe potuto immaginare chi era Maria e cosa era successo in lei, non per la santità indiscussa dei suoi genitori, ma per un altissimo e unico privilegio, concessole direttamente da Dio. Privilegio tutt’ora a noi incompresibile, accolto e creduto solo per fede. 

Maria, unica rispetto a tutti i discendenti di Eva e Adamo, anziché essere stata concepita nella colpa originale, per opera diretta di Colui che, fatte le leggi, le può anche sospendere, cioè di Dio, Maria fu concepita dagli ignari genitori, senza la colpa originale.

Essere Immacolata per Maria non era un merito, ma un privilegio divino. Che Maria sia stata concepita esente dal peccato originale, non è solo una pia devozione popolare, da sempre esistita, ma una verità di fede. Verità da sempre oggetto di altissime discussioni teologiche, infine proclamata solennemente dalla Chiesa come verità di fede da credere da tutti.

Sia il buon senso che la speculazione teologica, con innumerevoli devozioni e acute riflessioni, per secoli bussarono alle porte del Rivelatore, per avere una definitiva risposta. La risposta della Chiesa arrivò con il Concilio Vaticano 1°. Dunque, la donna, la prescelta Sposa, la ‘figlia del suo figlio’, doveva essere degna del suo Divino ‘Fattore’ per dirla con Dante. A grandezze vertiginose si corre il rischio di incappare in concetti e vocaboli rocamboleschi. È il nostro caso quando diciamo che Maria è l’Immacolata Concezione, è la Madre di Dio, è la Vergine prima, durante e dopo il parto.  

Bussiamo alle porte del mistero, poiché mistero resta. Facciamo nostra la risposta di Maria che, alla cugina disse: “Grandi cose Dio ha fatto in me!”. 

Commossi davanti a tanto splendore, uniamoci al saluto del Messo celeste che, ancor prima di dirle: “Sarai la madre del Salvatore”, la salutò con quelle parole che poi hanno riempito e riempiono il mondo dei credenti di ogni fede e religione: “Ave, piena di grazia, il Signore è con te”. Tutta l’interiorità di Maria, tutti i gli innumerevoli titoli con cui La onorarono i nostri padri e noi La onoriamo, sgorgarono e sgorgano dalla Sua storia a nostro favore. Incarnò quello che Gesù disse: “Il vostro parlare sia SI SI, NO NO”. Maria divenne l’invisibile parola che la rese incinta di Dio, cioè: “SI!”, cioè: “Avvenga di me quello che hai detto”.

Tutto l’Avvento ci aiuterà a camminare con Maria che, concepito il Figlio, iniziò quel pellegrinaggio che la portò alla cugina Elisabetta, e che oggi la porta a bussare a tutte le nostre case. Le diremo: “Che onore! A che dobbiamo che la madre del nostro Dio venga a noi?”.

Ci dice: “Magnificate con me il Signore”.

don Rinaldo Sommacal