Omelie

Omelia di don Rinaldo del 3 dicembre 2017 - Avvento I (Anno B)

È invecchiando che l’albero torna giovane. Concluso un cerchio di vita, l’albero lo ingoia, perché diventi forza di ricominciare un’altra stagione più grande, più vitale. È un’immagine elementare che ci aiuta a capire la logica dell’ Anno Liturgico che chiamo “l’Albero della Vita”. Domenica scorsa abbiamo consegnato alla storia della salvezza l’intero Anno del Signore 2016/2017. La liturgia domenicale ha il potere di trasformare la nostra quotidianità in una vera Cattedra e in Storia di Salvezza. 

Quanti sono stati i promossi dell’anno del Signore 2017? Tanti, ma non tutti. Per nostra fortuna la storia genera storia. Come il sole rispunta, così una tappa di vita tramonta per generarne una successiva e più favorevole, permettendo anche ai bocciati di tornare in corsa per la promozione.

A ben pensarci, noi oggi siamo quello che siamo stati. La storia, quindi, non è mai archeologia, ma sempre una viva pianta in crescita. La nostra storia, sublimata da Gesù e da noi giustamente chiamata ‘Storia della Salvezza’, è il lievito divino che fermenta il ritmo dell’uomo timorato di Dio.

Con l’Avvento del nuovo anno liturgico, consapevolmente vogliamo aggiungere alla storia della salvezza, già attiva, un nuovo ‘tempo favorevole’. Come? Diventando costruttori di storia, inseminandola di Colui che dà ad ogni attimo che passa, il sapore e il valore di un ‘sempre’. Questo ‘Colui’ è il Messia promesso dai profeti, annunciato dall’Angelo, concepito da Maria, nato a Betlemme, vissuto, morto, risorto e asceso in Cielo, ecc.

Oggi, la novella Maria che genera nel tempo la presenza mistica, ma reale di Gesù, è la Chiesa. È la Chiesa madre che oggi ci annuncia un nuovo concepimento del ‘Dio con noi’, l’Emmanuele. A noi dato. Ma da noi accolto? 

Lo fa inviandoci alcune Parole chiave, Parole di vita. Isaia profeta così ci invita a pregare: “Signore, sei l’Unico: “Ritorna, per amore dei tuoi servi”.

L’evangelista Marco ci dice che Gesù può bussare alla nostra porta nei modi i più impensati e imprevedibili. L’apostolo Paolo, con una frase scultorea ed efficace, ci scrive:“La testimonianza di Cristo si è stabilita tra noi saldamente”.

È vero? Ce lo chiederemo domenica dopo domenica. Se un cristiano, cosciente di esserlo, avesse da trascurare sistematicamente l’ascolto della Parola di Dio che si fa nella prima parte di ogni santa Messa Festiva, si metterebbe tra coloro che non hanno capito fino in fondo Gesù. Per definizione Gesù è ‘PAROLA’. Se ascoltata, si fa sentire. Ecco perché il nostro richiamo al valore della puntualità.

È allora che scopro che Gesù bussa alla mia porta. Può bussare attraverso una persona scomoda, un evento lieto o triste, una frase occasionale, anche uno sbaglio commesso ed ammesso. Entro quest’ottica, possiamo affermare che tutto fa storia, tutto può farci incontrare Gesù, il Gesù nell’altro, il Gesù in me, il Gesù che un altro può incontrare incontrando me. È con questo spirito di giovinezza che vogliamo rimetterci nuovamente in cammino sui sempre nuovi sentieri di vita. 

don Rinaldo Sommacal