Omelie
Omelia di don Rinaldo del 1 novembre 2017 - Tutti i Santi (Anno A)
Le finestre di questa solennità si aprono su un panorama così bello che sa di immenso. Ci chiediamo, allora: “Sarà poi vero che esiste la vita dopo la morte? Ci rispondono i Vescovi europei riuniti in sinodo qualche anno fa. Ci hanno detto: “…non solo la risurrezione dei morti è una verità di fede da credere, non solo esiste il paradiso, ma a godere del paradiso ci sarà una moltitudine tale che a noi mortali sembra inimmaginabile. …I risorti godranno di una spiccatissima individualità, ma tra di loro in perfetta armonia. Formeranno una sinfonia celeste dove ogni nota ha un suo preciso valore e nessuna nota sarà stonata, o indifferente, o assente”.
I contemplativi potrebbero dirci qualcosa di meraviglioso, ma normalmente le loro esperienze mistiche vengono scritte con linguaggi misteriosi o nel silenzio.
Rileggiamo piuttosto uno dei nostri evangelisti laici, che tradusse in poesia alcuni istanti e alcune figure che riuscì a cogliere nei suoi rapimenti contemplativi e tramandarle a quanti amano la parola di Dio dei poeti, dell’insuperabile Dante Alighieri nel suo ‘paradiso’, a partire dal suo ‘purgatorio’.
Anche la visione mistica, descrittaci dall’evangelista Giovanni, è un segno di sicura speranza ‘nonostante la grave situazione di indifferenza religiosa di tanti europei’ come ci dicono ancora i nostri Vescovi nel messaggio che hanno inviato alle Chiese d’Europa. ‘Queste situazioni, lungi dallo spegnere la nostra speranza, la rendono più umile e più capace di affidarsi solo a Dio e alla sua misericordia, strada alla conversione’.
Le parole dei nostri Vescovi portano noi sacerdoti, piccoli pastori, ma a contatto diretto con la gente, a riflettere sui fatti di casa nostra. Mi trovo spesso a ripensare ai tantissimi defunti che ho accompagnato al Campo Santo, con la viva speranza di condurli per mano alla nuova vita, che chiamiamo ‘paradiso’, sani e salvi.
Ricordo di alcuni, pochi per la verità, la ostinazione nel resistere a Dio e alla fede, ma di nessuno oserei dire: “È un dannato!” Ci sfugge l’attimo ultimo, sufficiente alla salvezza. Sono più che convinto che molti, ricchi di fede imperfetta e di una onestà vacillante, siano stati accolti nello stato della purificazione che chiamiamo purgatorio, magari con il compito di aiutare noi, nell’attesa di diventare i cittadini del paradiso.
Ma posso anche dire con certezza di aver condotto direttamente in paradiso una grande schiera di parrocchiani.
don Rinaldo Sommacal