Omelie
Omelia di don Rinaldo del 29 ottobre 2017 - Per Anno XXX (Anno A)
Scrive san Paolo ai Tessalonicesi: “La fama della vostra fede si è diffusa dappertutto”. Che elogio! Ecco una chiave che ci aiuta a capire come mai, in pochi anni, con tutte le difficoltà di allora, il Vangelo di Cristo si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo con una impressionante velocità.
Eppure gli Apostoli erano solo in dodici e i discepoli poche decine. Come avvenne questa fulminea diffusione e questa crescita esponenziale, in numero e qualità, dei cristiani? San Paolo dice: “Noi non abbiamo avuto bisogno di parlare” poiché la fama dei primi convertiti fece il giro del mondo. Chi furono questi primi missionari?
Coloro che, accolto il messaggio degli Apostoli, si trasformarono in testimoni del vangelo, con la parola e con l’esempio. Furono i laici del tempo: semplici pescatori, agricoltori, operai, mercanti, commercianti, schiavi, ambulanti, studiosi…
Una domanda rivolta a noi da noi: “Perché oggi, in una società dalla cultura medio-alta, in cui i cristiani sono maggioranza, il messaggio evangelico non passa?” Se noi tutti avessimo la fede entusiasta dei primi cristiani, non solo ci convertiremmo reciprocamente, ma faremmo circolare ovunque quel messaggio che, solo e da solo, è capace di salvare il mondo. Quale il messaggio? Quello profetizzato dal brano dell’Esodo e codificato da Gesù.
Oggi il genere umano è in un esodo continuo, o per diletto, o per turismo, o per lavoro… Altri emigrano in massa per necessità, costretti dalla miseria o dalla violenza la più inaudita. Alcuni, purtroppo, si inseriscono tra le fila dei migranti, ma allo scopo di esportare violenza.
È necessario che, vangelo alla mano, i cristiani sappiano comportarsi da protagonisti intelligenti di questo fenomeno migratorio che fa paura.
Esodo insegna tolleranza verso il forestiero: ieri eravamo noi a chiederla. Oggi altri, disperati, la chiedono a noi. Tolleranza sì, ma anche fermezza intelligente nell’esigere il rispetto delle leggi di chi offre l’accoglienza. La tolleranza, da noi cristiani offerta e richiesta, è quella che sgorga limpida e comprensibile a tutti, dal precetto scritto dal Dio di Gesù Cristo e da Gesù Cristo figlio di Dio, che recita: ‘amerai il Signore Dio tuo e amerai il prossimo tuo come te stesso’. Possiamo sfidare tutte le leggi sicuri di non trovarne una migliore. Il Dio di tutti, chiede a tutti di amare tutti, poiché da Lui tutti amati. Chi non ama è nel peccato. Niente è più vero e forte dell’amore vero.
don Rinaldo Sommacal