Omelie

Omelia di don Rinaldo del 27 agosto 2017 - Per Anno XXI (Anno A)

Brevemente cercheremo di ripercorrere il cammino, già tracciato tanto tempo fa, della storia della salvezza. La strada ha già il suo nome, che lo distingue da tutti gli altri percorsi, più o meno ispirati dal Dio l’Unico e da Gesù suo figlio. 

Proprio Lui, Gesù, ci dice: “Io sono la via”. Questa affermazione ci conduce a rileggere la profezia di Isaia, fatta tanto tempo prima che quel tale, di nome Gesù, di se stesso dicesse: “Io sono la via”.

Isaia si introduce, dicendoci: “Così dice il Signore”. Il messaggio che Dio, per mezzo del profeta, volle trasmettere al suo popolo santo (in un contesto storico in cui i capi del popolo non erano santi, ma profanatori del potere ricevuto da Dio), è fatto di una serie di parole molto forti, che entrano indelebili  nella storia della salvezza.

Il Dio di Isaia, esaltando le doti e i poteri di Eliakim, il nuovo governatore, profetizza il suo Cristo futuro, Colui che sarà l’Inviato, la cui vera natura non poteva dircela Isaia. Ce lo dirà, invece, direttamente e in prima persona, anche se con un certo gioco di parole, lo stesso Cristo, il cui nome è Gesù di Nazareth. Mentre Isaia proclama il nome del nuovo e degno governatore del Suo popolo santo, il Vangelo ci dice che Gesù in persona, il profetizzato dal santo Eliakim, interroga i Dodici, che sono la Sua Chiesa nascente: “Voi chi dite che io sia?” 

Risponderà a nome di tutti colui che sarà il Suo primo successore, cioè Simon Pietro. 

Il profeta Isaia enumera le virtù e i meriti del governatore Eliakim e del popolo da lui saggiamente governato. In particolare un dono su tutti attira la nostra ammirazione e curiosità. Dio dice: “Porrò sulla sua spalla la chiave della casa di Davide. Se egli apre, nessuno chiuderà, se egli chiude nessuno potrà aprire”. 

Cosa disse Gesù a Simon Pietro che, alla Sua do-manda, aveva detto: “Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente”? Incredibile Pietro, ma incredibile ancor più, per la sua portata, la risposta di Gesù: “Né la carne né il sangue te lo hanno detto, ma il Padre mio che é nei cieli” e soggiunse: “Su di te, pietra, edificherò la mia Chiesa… A te darò le chiavi del regno dei cieli, ecc…”. Questi eventi umani e divini ad un tempo, ci vedono e ci vogliono protagonisti. Dipende dalla nostra fede attiva, farli diventare operanti.

Come a Cesarea di Filippo, Gesù chiede anche a noi: “E voi, chi dite che io sia?” Domanda da porci anche a noi, ma a cui è difficile rispondere. Proviamoci.

don Rinaldo Sommacal