Omelie
Omelia di don Rinaldo del 20 Agosto 2017 - Per Anno XX (Anno A)
La salvezza, quella di cui ci parla la nostra religione e, ora, questa liturgia, la si può raggiungere attraverso più strade, non sempre in armonia perfetta tra loro, come ce lo dicono oggi, la prima e la terza letture bibliche. In primo luogo c’é la strada della obbedienza alla legge naturale. Ce lo insegna con chiarezza il Dio del profeta Isaia, che ci dice: “Condurrò sul mio monte santo gli stranieri che hanno aderito al Signore”. Anche al Signore anonimo, aggiungo io.
Tutto ciò va al di là delle religioni ben definite. Persone rette che amano Dio, lo servono senza conoscerlo. Nelle strade del mondo, si incontrano ancora persone religiose, ma senza un vero Dio e una vera religione. Credono in un Supremo, anonima divinità, e si lasciano guidare dalla retta coscienza, che altro non è se non la Parola di Dio che tutti noi riceviamo con il concepimento e che ci indica gratuitamente e infallibilmente le scelte giuste da fare. Il Signore, non importa con quale nome è chiamato e venerato, ripete anche oggi a loro: “Vi condurrò sul mio sacro monte e vi colmerò di gioia nella mia casa di preghiera”. Tra costoro, forse, c’è anche qualcuno di noi.
Ma, sovrana, brilla oggi per noi, che la abbiamo ascoltata con forte emozione, la strada nuova, la strada dell’amore divino che diventa umano. Sbaraglia tutti i limiti. Sostituisce ogni legge. Il suo nome nuovo è , per l’appunto, ‘AMORE’. Ma chi è che ha il coraggio di convertire le leggi particolari nell’unica legge che dice: “Ama e fai quello che vuoi?” Legge che impone perfino a Dio di obbedire a chi lo invoca, con qualsiasi lingua e per amore.
Il passaggio cosmico passa attraverso il supremo duello celebrato tra la donna Cananea, pagana, e Gesù, uomo-Dio. Dobbiamo sottolineare il passaggio cosmico dalla obbedienza a una infinità di piccoli decreti, all’unica legge dell’Amore. Alle grida di aiuto della Cananea, Gesù prima la ascolta con l’orecchio dell’antica legge. Alle laceranti grida di aiuto della mamma straniera, risponde il Galileo della prima e imperfetta Alleanza. Le dice Gesù: “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. La religione della legge, relegava gli stranieri e gli increduli alla stregua degli animali.
Ma la contestazione di quella donna, da Gesù trattata come un cagnolino, cambia il decalogo del Sinai. Il Decalogo diventa una sola legge: “Ama!”. Ama Dio, il prossimo e te stesso”. Dio è l’Unico con qualsiasi nome lo si chiami. Gesù ci insegna anche come amare gli altri. “Amali come ami te stesso”.
Per generare e rigenerare l’umanità Dio sceglie Eva, Maria, la Cananea, la donna. Dio obbedisce alla donna. Con quel: “Donna, grande è la tua fede”, Gesù cancella la parola ‘straniero’. I mille e mille modi di credere, di amare, di obbedire, di chiedere, sono modalità creative sia da parte di noi che Gli crediamo, sia da parte di Dio che ci risponde in modi i più originali e impensati.
Dopo l’ascolto, mi domando: “Come potrei definire, oggi, la mia fede personale?”.
don Rinaldo Sommacal