Omelie

Omelia di don Rinaldo del 25 giugno 2017 - Per Anno XII (Anno A)

La Parola di Dio che la liturgia domenicale ci propone, richiede la nostra collaborazione, sia per comprenderla bene il più possibile, sia per farla nostra come cibo che nutre e bussola che indica il cammino da fare. C’è una frase che domina la breve prima lettura che richiede il nostro attento ascolto e anche una serie di interrogativi. È il grande Geremia che parla ad alta voce e ci dice: “Sentivo la calunnia di molti”.

La dobbiamo ascoltare attentamente, anche se non ci appartiene affatto. La parola ‘calunnia’ è una bruttissima parola che alza il sipario su un difetto non così raro e non così innocuo. Chi calunnia non può essere un innocente che cade ingenuamente entro questo vortice di morte. Chi calunnia è uno che la usa con lucidità e ne conosce i frutti quasi sicuri.

Chi calunnia usa un’arma purtroppo sempre efficace, che può andare dall’autodifesa al peggiore degli effetti disastrosi che è l’omicidio morale e sociale della persona, accusata di colpe mai commesse, ma che non può provare. La calunnia può covare maligna e invisibile nella porta accanto, come può risalire subdola i gradini delle varie istituzioni, anche religiose. Geremia commenta così gli effetti che la calunnia ha avuto nei suoi confronti: “Tutti i miei amici aspettavano la mia caduta”.

Come rispondere a questa malattia morale e ai suoi micidiali frutti? Più che condannare a parole la calunnia altrui, assolutamente non farne uso, fosse anche per colpire il peggiore dei nemici.

Ma si può, anzi si deve perdonare al calunniatore? Per il calunniato risulta essere un’impresa la più ardua, ma Gesù, che è al di sopra del potere delle tenebre, ha il coraggio di dirci: “Sì, si deve perdonare, magari un po’ alla volta, magari dopo tanto tempo, magari sul letto di morte.

Ma il percorso più difficile, quasi impossibile, lo deve fare il calunniatore. Se entrambi, per una strada ardua, che solo Dio conosce, arriveranno l’uno al pentimento riparatore e l’altro al perdono, certamente potranno bussare alla porta del Dio misericordioso. Gesù dirà al calunniatore: “Mi sei costato sangue!” e al calunniato: ”Grazie per aver condiviso con me la mia stessa croce”.

“Per strade diverse vi porterò a salvezza. Calunniato e calunniatore”. Unico il nostro Gesù.

don Rinaldo Sommacal