Omelie
Omelia di don Rinaldo del 4 giugno 2017 - Pentecoste (Anno A)
L’Anno liturgico, con saggezza grande, ci porta a vivere in pienezza, ma anche con libera e diversa partecipazione, il mistero del Dio che si fa uno di noi, per portare ognuno di noi ad essere deificati e resi immortali. Lo dico con forte trepidazione. Le nostre domeniche, diverse tra loro, sono le molteplici tappe che hanno lo scopo di portarci a bussare, con l’aiuto di Gesù, alle porte della salvezza. “A chi bussa sarà aperto” ci dice Gesù, il nostro Dono e Maestro. Pur riservando il primato ai tempi forti che l’anno liturgico ci invita a celebrare, ampio spazio è concesso anche alle umili domeniche dette ‘per anno’ e che possiamo chiamare, certamente in modo infelice, feriali.
Ma la liturgia che oggi stiamo vivendo, con emozione, è simile a quella che fece dire ai Parti, ai Medi, agli Elamiti, ecc.: “Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? Come mai ciascuno di noi li sente parlare nella nostra lingua nativa?” Questa che stiamo rivivendo con l’onnipotenza della Parola di Dio, è la solennità della Pentecoste.
Ragionando, pur in modo inadeguato ma vero, possiamo dire che il tempo della salvezza donato a noi da Dio per mezzo del suo Figlio unigenito, viene reso presente e operante attraverso l’anno liturgico. L’anno liturgico rende, qui e ora, presente e operante il mistero della nostra salvezza. Mistero suddiviso nei tre grandi capitoli della storia della salvezza che sono: l’Incarnazione e la Natività di Gesù, la Sua Passione, Morte e Risurrezione e la Discesa dello Spirito Santo nel Giorno della Pentecoste.
a) Il Natale: preparato da un tempo detto ‘di ‘Avvento’ e concluso con il bambino Gesù cresciuto artigiano a Nazareth e chiamato il figlio di Giuseppe e di Maria.
b) La Pasqua di Risurrezione: è, per eccellenza, il tempo liturgico il più alto, difficile e prezioso.
c) Infine la Pentecoste: il tempo della terza persona divina, lo Spirito Santo. È il perenne adempimento della salvezza, che si va compiendo per tappe, con l’opera molteplice, silenziosa e diversificata dello Spirito, a seconda degli interrogativi nostri e dell’umana progenie, fino alla fine del tempo.
Noi, pieni dello Spirito Santo fin dai tempi del nostro battesimo, dobbiamo risvegliare il nostro udito che sicuramente, attraverso uno dei suoi innumerevoli doni, ci dirà: cosa, come, quando?
Sentiamo cosa ci dice San Basilio il grande circa l’opera dello Spirito Santo: “Dallo Spirito Santo riceviamo la conoscenza delle cose future, l’approfondimento dei misteri, la percezione delle cose occulte, la distribuzione dei doni, la familiarità delle cose del Cielo, il tripudio degli Angeli. Da Lui la gioia eterna, da Lui l’unione costante e la somiglianza con Dio e, cosa più sublime di ogni altra, da Lui la possibilità di diventare Dio”.
don Rinaldo Sommacal