Omelie
Omelia di don Rinaldo del 28 maggio 2017 - Ascensione (Anno A)
Con questa liturgia oggi riviviamo lo storico evento della Ascensione in Cielo di Gesù, quaranta giorni dopo la Sua gloriosa Risurrezione. Rivediamo il mistico evento, strepitoso nel suo realizzarsi, ma narrato in un modo semplice, come quando ci si rivolge ai bambini. Avvenne quaranta giorni dopo la risurrezione di Gesù. Dopo essersi mostrato vivo molte volte e con prove inconfutabili, dopo aver consegnato agli Apostoli le cose riguardanti il Regno di Dio e, dopo aver condiviso per l’ultima volta con loro la mensa, mentre stavano mangiando e ascoltando, Gesù, sotto i loro occhi fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro sguardi sgomenti.
Il racconto è di una semplicità e trasparenza storica sconcertante, ma non per quelli che gridarono e continuano a gridare con acidità all’inganno. Niente è più convincente della cronaca vista e testi-moniata da concretissimi testimoni oculari dell’evento, che, per altro, per primi non volevano.
I testimoni oculari dell’evento andò a cercarli e interrogarli l’evangelista Luca, lo scrupoloso autore anche di Atti degli Apostoli e del racconto dell’Ascensione di Gesù. Ne verificò la veridicità dei fatti. Più volte Gesù risorto, apparendo ai suoi discepoli, aveva annunciato la sua imminente partenza dalla loro vista, promettendo, però, una sua presenza che non dipendeva più dal suo corpo visibile o da un luogo, ma che Gli permetteva di essere sempre e ovunque con loro, anzi con tutta l’umanità e con tutta la creazione. Chi era questa presenza personalizzata che Gesù diceva di inviare, dopo la sua ascesa alla casa del Padre? Lo disse Lui stesso: “Tra non molti giorni sarete battezzati in Spirito Santo”.
Anche noi, oggi, come gli Apostoli, celebriamo il mistero della Ascensione anima e corpo di Gesù, con un misto di tristezza e di gioia. Potessimo incontrare Gesù, lungo le nostre strade, vederlo come uno di noi, magari sentirlo sgridarci come fece con i discepoli di Emmaus, senza farsi conoscere per rendere più autentica, vera e meritoria la nostra fede! Vogliamo, però, che la nostra tristezza si muti in giubilo, sapendo che Gesù, per opera dello Spirito Santo è presente in noi, con il Padre e Maria, sua e nostra mamma.
Con questo animo un tempo, in campagna, le ragazze, all’arrivo della mezzanotte, gridavano ‘l’Ascensa’ con tutte le loro forze, da un colle all’altro. Riascoltiamo quell’annuncio.
don Rinaldo Sommacal