Omelie

Omelia di don Rinaldo del 7 maggio 2017 - Pasqua IV (Anno A)

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La quarta domenica di Pasqua, cioè quella che stiamo celebrano con viva partecipazione, ci vede, tutti, membra di un unico corpo sacerdotale, reso tale dalla presenza del  Presbitero che presiede l’Assemblea. Per questo il Presbitero è stato consacrato con l’Ordine Sacro, Sacramento che lo fa diventare nelle liturgie un ‘alter Christus’. 

L’ azione sacramentale del Presbitero, che agisce nel nome e con gli stessi poteri di Gesù, getta un ponte tra la Pasqua celebrata da Gesù con gli Apostoli il Giovedì Santo e la nostra Pasqua che celebriamo in forza del nostro Battesimo, che ha incarnato in noi, in modo permanente, gli stessi poteri che sono di Gesù: il potere sacerdotale, il potere profetico e il potere regale. 

Vediamo cosa succede. Se il Presbitero, che presiede l’assemblea, è colui che ha ricevuto da Gesù l’amabile e meraviglioso comando di ‘fare questo (cioè l’eucaristia) in Sua memoria”, voi, qui presenti, in forza del vostro Battesimo, siete diventati tutti, grandi e piccoli, partecipi del sacerdozio di Cristo, quindi tutti state concelebrando con me l’Eucaristia. Certo, il tarlo che può inquinare questa altissima potestà di ogni battezzato qui presente, sta o nella dissipazione o nell’ingiustificato ritardo alla Messa. Attingiamo, allora, al pozzo della Parola di Dio che si dona a noi oggi, ci interroga e ci chiede di far risalire di un gradino, magari anche piccolo, ma reale , la nostra statura di figli di Dio, in Gesù risorto. “Pietro… si alzò in piedi e con voce alta parlò…”. Cosa disse ai crocifissori di Gesù? Gridò: “Convertitevi…nel nome di Gesù Cristo”.

Ma chi è questo Pietro così autorevole? Non è più quello che alla serva del sinedrio, disse di Gesù: “Non lo conosco. Giuro che non lo conosco”.

E’ quel Pietro che, (pentito della colpa, anche più grave di quella di Giuda), dopo la discesa dello Spirito Santo, divenne la pietra d’angolo, infallibile invincibile. È proprio lui che oggi, con questa liturgia, si rivolge a noi, come assemblea santa, ma anche come singole persone fragili e incostanti, per quel vuoto di fede pasquale che ci portiamo spesso addosso. Ci dice per l’ennesima volta: “Convertitevi  e ricevete il dono dello Spirito Santo”. Ma a quale porta lo Spirito Santo bussa, per raggiungere quelli che, lo invocano? Gesù in persona è la porta di casa. Oggi con autorità, a ognuno di noi, ripete quello che disse allora e dirà sempre: “Io sono la porta delle pecore”. Le pecore siamo noi e Lui la nostra porta. Lui ce la indica.

Nella parabola udita poco fra, Gesù ci fa da guida unica e giusta che ci porta alla conversione pasquale. Ascoltiamolo e incidiamo nella nostra intelligenza e volontà la sua auto definizione ferma e sicura.Disse Gesù: “In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore”. Come cercare altri messia, da parte di chi ha conosciuto e ricevuto Gesù? Ma Gesù non riposa. Si mette sempre alla testa per nuovi pascoli. Chi segue Gesù indovinerà sempre la porta che  festante accoglie e salva.  

don Rinaldo Sommacal