Omelie

Omelia di don Rinaldo del 23 aprile 2017 - Pasqua II (Anno A)

Otto giorni  fa, con la possanza dell’organo, con il festoso suono delle campane, con le più solenni liturgie e con l’afflusso di una moltitudine di fedeli, anche noi, Chiesa che vive in Belluno, in comunione con la Chiesa universale, abbiamo cantato e fatto nostro il grido dei testimoni oculari della risurrezione di Gesù Nazareno, figlio di Dio. Siamo entrati nuovamente nel numero privilegiato di quanti, nei secoli ebbero e hanno la gioia di dire a se stessi e gridare al mondo intero: “Cristo è risorto! Sì è veramente Risorto! Rallegriamoci”.

C’è una fila di testimoni in diretta che noi abbiamo iniziato a interrogare e interrogheremo anche oggi, detto il ‘giorno ottavo’che divenne, per volontà di Gesù, il nostro ‘Dies Domini’, cioè la Pasqua della settimana. Dato per scontato che il Risorto sia apparso per prima a sua Mamma, percorriamo la ‘Via del Risorto’. 

Gesù apparve ai suoi apostoli, la sera di quel primo giorno dopo il sabato. 

In tutte le sue apparizioni, l’iniziativa la prese sempre Lui, il Gesù Risorto. Gli apostoli erano rinchiusi in casa per timore dei Giudei. Alcuni di loro avevano già sentita la notizia: “Gesù è risorto ed è apparso a Pietro”. Ma Pietro non trovava le parole per persuadere se stesso e i suoi confratelli. Possiamo immaginare cosa provarono i dieci quando videro Gesù apparire loro, senza aprir porta. Corsero a dirlo all’assente Tommaso, uno degli undici. Tommaso la prese molto male, sia contro i fortunati testimoni della risurrezione, ma anche nei confronti di Gesù, che poteva preavvisarlo della sua apparizione. Disse parole sconclusionate.

Mi fa venir in mente tutte le volte in cui anch’io, ma anche tanti che conosco, di fronte a certi eventi, belli o brutti, mi sono sentito offeso per essere stato dimenticato. È un peccato? Gesù, con la sua seconda apparizione al gruppo compatto degli apostoli, otto giorni dopo, ci dice che nessuna intemperanza, vissuta come innocente protesta contro tutti e contro Dio, per la sensazione di essere dei dimenticati, dei rottamati, allontana da noi il Gesù risorto.

Fortissima la sfida tra Tommaso e Gesù. “Se non vedo, non credo” dice l’offeso Tommaso.  Gesù a Tommaso: “Toccami!” E Tommaso: ‘Mio Signore e mio Dio!” Tommaso, prega per noi, spesso come te dubbiosi anche sulle verità che devono essere le pietre miliari della nostra fede che nutre il nostro essere e il nostro agire. Svegliaci dal nostro letargo. Allontana i dubbi. Grazie per esserci.

don Rinaldo Sommacal