Omelie
Omelia di don Rinaldo del 5 marzo 2017 - Quaresima I (Anno A)
Quaresima! Se Natale possiamo paragonarlo alla nostra nascita e infanzia cristiana, la Quaresima certamente risveglia i più o meno sonnolenti nostri valori cristiani, per viverli da adulti, con la guida di Cristo e con Cristo. Genesi, con coraggio e saggezza ci ripropone la storia, dalle origini della creazione del mondo e, in particolare dell’uomo. A noi viene chiesto di rileggere le nostre origini, ma ancor più, di fare memoria dei diversi modi con cui abbiamo risposto o cercato di rispondere al miracolo d’amo-re che mosse Dio creatore a dire ‘sia la luce e la vita fu”. Faccio nostra la supplica della colletta di questa prima domenica di quaresima, che, a nome di tutti noi, rivolge a Dio questa supplica: “Dio… facci crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita”.
Dio attendeva questa preghiera e ci risponde: “Vi esaudirò, e in sovrabbondanza, ma mi aspetto da voi una degna risposta di vita”. Ripassiamo, allora, alcuni tratti delle nostre origini, così come ce le ha fatte riascoltare il libro della Genesi. Chi è l’autore di questo sconfinato, misterioso, sublime e fragile creato entro al quale l’uomo è il protagonista?” Conosciamo la narrazione biblica della creazione del cielo e della terra, ma, riguardo alla creazione dell’uomo, quindi nostra, il libro della Genesi fa un salto di qualità. Sentiamolo: “Dio plasmò l’uomo con la polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita”.
La nostra risposta? Qui c’è la nostra perenne spaccatura.
L’umile credente, vicino come cultura alla voce sommessa delle creature, quasi in estasi, dice: “Che meraviglia! È proprio così! Sono un prodigio vivente, ma fragile e con la vocazione di tornare polvere”. Rivolgendosi al suo vasaio, che non conosce, gli dice: ‘grazie’ e gli chiede: “Cosa devo fare per realizzare quell’alito di vita che tu hai impresso in me con quel soffio entro le mie narici?”
“Che banale la pretesa della fede di spiegare l’origine del mondo e nostra” risponde una certa scienza, anche elevata, cresciuta entro un altro ipotetico e onnipotente Eden. È la risposta di una certa scuola di miscredenti, che pretendono di insegnarci le origini scientifiche di questo immenso creato. Non suppone l’esistenza di un Creatore increato, che i credenti chiamano Dio.
Altri studiosi, invece, arrivano umilmente a dirsi: “Più conosciamo le leggi del creato e più sentiamo una presenza e una voce misteriose che non vengono da noi ma vengono a noi con melodie celesti”. Costoro ci indicano le vie del creato che ci fanno arrivare a quel giardino entro cui è venuto a trovarsi l’uomo, l’essere pensante per tutti gli esseri che chiedono di essere pensati, interrogati e fatti nostri maestri con la vocazione di portarci a Dio, come suoi amici, ma mai suoi antagonisti, ciò che purtroppo avvenne e che la bibbia ce lo dice con la parabola stupenda dei sei giorni.
La quaresima diventi per nostra scelta il tempo favorevole per interrogarci seriamente su chi e perché siamo. Raggiungiamo Gesù nel deserto per imparare quali sono le tattiche del tentatore e le strategie per diventare più forti della tentazione. Vattene satana, sotto qualsiasi modo tu mi vorrai tentare.
don Rinaldo Sommacal