Omelie
Omelia di don Rinaldo del 12 febbraio 2017 - Per Anno VI (Anno A)
Ascoltati con attenzione i tre brani della liturgia della Parola, è impossibile affrontarli tutti con una omelia che rischierebbe di diventare un indigesto trattato biblico. A volo d’uccello, toccherò qua e là i tre brani, lasciando a ciascuno l’invito a bussare a quella porta oltre la quale vediamo il nostro passato:quanto abbiamo perso o dimenticato per strada, o vissuto con giusta comprensione, o magari scoprire per la prima volta un sentiero già tracciato da sempre per noi da Colui che ci aspettava dicendoci: “Io sono la via”.
Il Siracide, l’autore di un libriccino biblico dalla bellezza e preziosità uniche, oggi ci dà, con parole scarne e luminose, insegnamenti degni del più alto e positivo umanesimo esistenziale. Fa parlare, a tu per tu con noi, quel Dio da cui sappiamo di aver ricevuto, riceviamo e riceveremo la vita e tutto il bene che porta con sé. Il Dio del Siracide ci detta anche quale deve essere la nostra risposta a Lui per il dono del nostro ‘io’. DiciamoGli perennemente grazie, ma subito, dopo, chiediamoGli cosa dobbiamo fare per essere degni della vita che abbiamo ricevuto gratuitamente da Lui”.
La Sua risposta è breve, nitida e alla portata di tutti. Ci dice: “Se hai fiducia in Me, tu vivrai…Io vedo ogni cosa di te. Conosco ogni tua opera. Ma a nessuno ho dato il permesso di peccare”. E’ evidente che, per mezzo del Siracide, Dio abbia sentito l’urgente bisogno di donarci, non catene di schiavitù, ma quali sagge e generose compagne di viaggio, le Sue leggi. Quali sono queste leggi? La risposta di Dio é distribuita attraverso tutti i libri sacri, sia quelli scritti nella prima alleanza, come quelli dettati direttamente da Gesù il nuovo Mosè.
Entriamo, allora, nel codice della salvezza scritto da Gesù con la sua vita e il suo insegnamento. Per capire Gesù Maestro è necessario conoscere e partire dalle due tavole della legge scritte da Mosè, sotto dettatura di Iavè, altrimenti non si può comprendere Gesù, quando: dice: “…sono venuto a dare pieno compimento alla legge”. Poi aggiunge: “Fu detto… Ma io vi dico…”.
Per passare dai dieci comandamenti di Mosè a quel ‘ma io vi dico’ di Gesù, l’atteso, il nuovo profetizzato Mosè, è necessario che ognuno di noi, conosca quel ‘vi fu detto’. Senza processare nessuno, va detto che la maggioranza di noi cristiani non conosce a memoria i dieci comandamenti e il loro perenne magistero. Solo così si capirà il nesso miracoloso tra i due legislatori. Infatti, prima di dire ‘ma io vi dico’, Gesù afferma: “Non crediate che io sia venuto ad abolire la legge o i profeti”.
I comandamenti di Mosè sono ancora validissimi, ma vanno riletti tutti con i grandi e fondamentali aggiornamenti portati da Gesù. C’è giustizia e giustizia alla base dei comandamenti. Gesù dice a tutti noi: “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”. Più forte della Chiesa legalista ci sia la Chiesa che insegna la ‘buona novella’ e giudica amando. Così sia.
don Rinaldo Sommacal