Omelie
Omelia di don Rinaldo dell' 8 gennaio 2017 - Battesimo del Signore (Anno A)
Questa liturgia ci porta a rivedere e a ricelebrare il nostro battesimo, guidati da Gesù, il battezzato dal Battista, ma soprattutto il battezzatore nostro e dell’intero creato.
Gesù ha un piccolo diverbio con il Battista. Gesù gli chiede e gli impone di essere battezzato da lui. Quello di Giovanni non é il rito sacramentale che dà al battezzando la divinità, ma ne è la profezia. Infatti il rito istituito dal suo precursore, permise a Gesù di raccogliere il segno visibile e profetico del Sacramento, insuperabile per grandezza: quello di immergere nel nuovo Giordano, cioè in Gesù, il figlio dell’uomo, facendolo rinascere figlio di Dio. Giovanni non capì il contenuto di quel amabile ma preciso comando: “Lascia fare per ora”, ma obbedì.
Se ci fosse concesso di giocare di fantasia con i misteri, potremmo immaginare che il Giordano abbia avuto un sussulto di meraviglia e di gioia nel momento in cui rivestì con le sue preziose acque il corpo di Gesù, il più bello tra i figli d’uomo.Ma il Giordano non poteva andare oltre. Ben oltre, invece, andò il rito del Battista, scelto da Gesù come profezia del nuovo battesimo.
Con una mirabile continuità il rito del battesimo di penitenza di Giovanni passò dalle sue alle mani di Dio Padre. Il Giordano divenne il visibile segno sacramentale del battesimo, datore della vita divina, penetrata come seme entro la natura umana del battezzato.
Ed ecco come viene trasmessa la grazia battesimale. Gesù porta nel Giordano la storia dell’umanità che lo ha preceduto, la risana e firma il patto della nuova e sempre feconda Alleanza: il Dio che si fa uomo e sarà fedele fino al martirio e l’umanità che, pur zoppicando, cercherà di capire, di ricevere e di onorare questo miracolo vivente: la creatura che, in forza del Battesimo, diventa con Gesù la Parola che può dire: “ Sia la luce”.
Perché queste irte interpretazioni non siano una puerile invenzione consolatoria, per noi che, invece, quotidianamente conosciamo la difficoltà di essere e operare da immedesimati in Cristo Gesù, ascoltiamo Dio Padre, il primo e insostituibile catechista del sacramento del battesimo. Narra il vangelo di Matteo: “Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere…e venire sopra di Lui”. Facciamo diventare ascolto ciò che realmente avvenne su Gesù e silenziosamente avviene su tutti i battezzati in Lui. Su Gesù appare una nuova presenza. E’ detta ‘Spirito’. Agisce con l’autorevolezza di una persona. Quel ‘discendere’ ci dice che c’è sopra di noi una presenza che è per noi, ma non è uno di noi, né è una meteora. Quella presenza sempre attiva nel battezzato, é una persona. Dove abita e chi la dona? E’ Gesù l’abitazione permanente dello ‘Spirito’. Ma ecco irrompere il vero protagonista: unaVoce da tutti udita distintamente e in modo che rimanga nei secoli del secoli. Dice: “Questi è il figlio mio, l’amato”.
Ascolta: se sei un battezzato, quel ‘figlio mio’ sei tu. Lo Spirito ci porta Gesù e il Padre ci vuole a casa sua.
don Rinaldo Sommacal