Omelie

Omelia di don Attilio dell'11 Novembre 2017 - San Martino

Per riconoscere il Cristo presente in ognuno dei suoi “fratelli più piccoli” bisogna avere percepito la sua presenza nel raccoglimento interiore. Uomo di preghiera, Martino si è lasciato completamente prendere da Cristo, da  quello che si può chiamare il primato di Dio. Dal momento  della sua conversione, per Martino, Dio è stato il suo tutto. E non un Dio astratto, ma il Dio che il Padre ha fatto conoscere nel volto di Cristo.

Anche per noi Dio dev’essere il nostro tutto e la sfida è saper cogliere ogni persona e l’universo intero nell’unità e nell’armonia di quel rapporto d’amore che ha la sua origine nella paternità  di Dio; nella totale dedizione a seguire Gesù, a camminare sulle sue orme, a ripresentarLo al mondo, pur con tutti i nostri limiti, nella nostra vita di tutti i giorni. Il Signore ci chiederà se lo avremo riconosciuto, nel povero, nel debole, nell'anziano abbandonato, nel parente scomodo. 

Il giudizio sarà tutto su ciò che avremo fatto. E sul cuore con cui lo avremo fatto. La fede è concretezza, non parole, la preghiera contagia la vita, la cambia, non la anestetizza, la celebrazione continua nella città, non si esaurisce nel Tempio. La preghiera, l'eucarestia, la confessione, sono strumenti di comunione col Cristo e tra di noi per fare della nostra vita il luogo della fede.

Se saprò portare la fede nel mio ufficio, a scuola, fra le mura della cucina, allora sarò capace di  riconoscere il volto del Cristo  nel volto del fratello  come ha fatto il vescovo Martino;  che il sole della carità di S. Martino riscaldi il cuore di ciascuno di noi, ci aiuti ad essere persone capaci di accoglienza e di amore verso ogni persona, che il sole di S. Martino riscaldi la bella città di Belluno e la faccia diventare sempre più una grande famiglia. 

don Attilio Zanderigo