Omelie

Omelia di don Attilio del 30 luglio 2017 - Per Anno XVII (Anno A)

Matteo scrive questa pagina trent'anni dopo avere lasciato tutto. Ha trovato il tesoro mentre lavorava nello spinoso campo della riscossione dei tributi; lì ha incontrato lo sguardo del Signore. Il Messia si era avvicinato al banchetto delle imposte, senza odio, come facevano tutti, senza timore, e gli aveva chiesto di lasciare tutto e di seguirlo così, senza paura. Ed egli lo aveva fatto, senza sapere bene il perché. Da allora la sua vita era cambiata. Pensava di avere in tasca una perla preziosa: soldi, rispetto, conoscenza altolocate; nello sguardo sorridente di Gesù aveva visto cos'era davvero il tesoro.

Anche noi pensiamo di sapere in che cosa consista la nostra felicità, crediamo di avere individuato il tesoro e investiamo energie e intelligenza per trovarlo. Siamo proprio sicuri di sapere cosa ci riempie il cuore?

Salomone è giovane ed eredita da suo padre Davide un regno in difficoltà. Ha di fronte a sé un compito immane: proteggere e governare il popolo, far costruire il tempio. È giovane, molto giovane e ha bisogno di aiuto. Dio gli farà un dono. Salomone chiede in dono la capacità di agire con saggezza. Salomone chiede la saggezza di governare un popolo, non per sé, ma per gli altri. Quando parliamo di tesoro nella nostra vita, quando cerchiamo la felicità, abbiamo bisogno di saggezza per fare le scelte giuste.

Per la terza domenica consecutiva la liturgia ci consegna una pagina di parabole. Gesù usa le parabole per facilitare la comprensione del mistero di Dio. Usando immagini conosciute a quanti lo ascoltano, il Signore dimostra la sua capacità comunicativa e la sua volontà.

Tre sono le piccole parabole di oggi. La prima e l'ultima parlano di qualcosa di prezioso, che cambia la vita alle persone. Un uomo trova un tesoro mentre sta scavando, ricopre il tutto e compra il campo. Un collezionista di perle, l'oggetto più prezioso in antichità, come sono per noi oggi i diamanti, trova una perla straordinaria e la compra.

L'idea di fondo è la stessa: la vita è una ricerca, e Dio solo conosce ciò che può riempire i nostri cuori. Solo Dio sa cosa ci rende profondamente felici, autenticamente felici. A volte incontriamo Dio senza cercarlo, come fa quel tale che trova il tesoro zappando. Altre volte, invece, l'incontro con Dio è l'approdo dopo una lunga e laboriosa ricerca che può durare tutta la vita. Cosa stiamo cercando? Stiamo ancora cercando?

Nel cuore dell'estate il Signore si propone come colui che, unico, colma il nostro cuore. Ma, per oggi, facciamo memoria del momento in cui abbiamo trovato il tesoro. E se questo non è ancora avvenuto, diamoci da fare!

don Attilio Zanderigo