Omelie

Omelia di don Attilio del 25 giugno 2017 - Per Anno XII (Anno A)

L’espressione “Non temere!” ricorre 366 volte nella Bibbia: una per ogni giorno dell’anno (compresi i bisestili). Probabilmente non é un caso: questa é una frase che dobbiamo ripeterci ogni giorno. Ed è detta dal Signore.

Nel Vangelo di questa domenica  Gesú la ripete tre volte ai discepoli: 1) Non temete la menzogna! Perché il Padre farà trionfare la verità; 2) Non temete per la vostra vita fisica! Perché il Padre salverà  la vostra vita; 3) Non temete di essere abbandonati! Perché il Padre sa tutto di voi.

I tempi attuali non sembrano, francamente, ispirare una particolare fiducia... con il terrorismo che dilaga. La Parola di Dio, però, ci ripete con forza che non c’é posto per la paura. I cristiani possono stare in pace fin da adesso, perché aspettano qualcuno: aspettano il Signore. Potremmo riflettere sui tre “Non temete!” odierni di Gesú, considerando le tre dimensioni fondamentali dell’uomo: il primo “Non temete!” tocca infatti la relazione con gli altri, il secondo quella con se stessi, il terzo quella con Dio.

Non temete per gli altri: Gesú é stato il primo a sperimentare relazioni difficili: Il rifiuto, la non accoglienza, il contrasto, sono possibilità concrete per il cristiano che si sforza di essere testimone, ma il Vangelo di oggi ci dice che esse non devono toglierci la pace. Quando abbiamo parlato chiaramente (nel Vangelo si dice “nella luce” e “sui tetti”) stiamo tranquilli: al resto ci pensa Dio. Non siamo noi che dobbiamo imporre la verità. La verità si manifesterà da sé. Magari in modi non prevedibili.

Non temete per voi stessi: parecchi dei nostri timori riguardano noi stessi. Alcuni di noi sperimentano uno stress continuo: non si amano. Vorrebbero essere diversi.Anche la nostra sicurezza é messa alla prova: i nostri sembrano tempi nei quali nessuno può sentirsi completamente al sicuro. Nemmeno l’uomo piú potente del mondo. Ci stupisce quindi Gesú quando ci esorta a non preoccuparci troppo dei pericoli riguardanti il corpo, ma piuttosto di quelli riguardanti l’anima. 

Non temete per Dio: Gesú utilizza due similitudini, per farci capire quanta sia la cura di Dio verso di noi: la prima é quella dei due passeri, che pur avendo un valore commerciale scarso, sono ugualmente oggetto della attenzione di Dio, la seconda é quella dei nostri capelli: Dio ne conosce perfino il numero!

Ma anche i tre quadretti della pecora soccorsa con ansia dal pastore, della moneta cercata dalla donna, del figlio peccatore che viene accolto dal Padre, ci invitano a non temere. Per quanto Gesú domandi “Chi di voi non farebbe altrettanto?” noi sappiamo che la risposta sensata é: “Nessuno, Signore”. 

Siamo seri: nessun pastore abbandona novantanove pecore nel deserto, per cercarne una; nessuna donna perde una nottata a spazzare la casa per una moneta da mezzo euro; nessuno padre prepara una gran festa per il figlio che gli  ha chiesto l’eredità (chiedere l’eredità al padre ancora in vita, significava – nel mondo palestinese - augurargli la morte). E tantomeno nessuno disturberebbe vicini, amiche e parenti, magari nel cuore della notte, per invitarli a festeggiare cose del genere!

Ma Dio lo fa. Questo é l’annuncio che abbiamo sentito oggi: Dio per noi fa cose che noi non faremmo. La prospettiva giusta, per capire questa vicinanza del Padre a ciascuno di noi é quella della fede, intesa come fiducia. La stessa fiducia che un bambino ha nel proprio papà.

don Attilio Zanderigo