Omelie

Omelia di don Attilio del 4 giugno 2017 - Pentecoste (Anno A)

È iniziato il tempo della Chiesa: siamo noi, ora, a rendere visibile il Regno, in attesa del ritorno glorioso del Signore nella pienezza dei tempi. Ma sentiamo il peso di questo incarico, l'insufficienza della nostra fede, la fragilità del nostro annuncio. Non siamo capaci di rendere presente il Signore, abbiamo bisogno di un aiuto, di un soccorritore. Abbiamo bisogno dello Spirito Santo.

Tuoni, nubi, fuoco, vento.

Luca descrive l'evento rimandando esplicitamente alla teofania di Dio sul monte Sinai: i tuoni, le nubi, il fuoco, il vento sono elementi che descrivono la solennità dell'evento e la presenza di Dio ma che possono anche essere riletti in una chiave spirituale. 

Lo Spirito è tuono e terremoto: ci scuote nel profondo, scardina le nostre presunte certezze, ci obbliga a superare i luoghi comuni sulla fede (e sul cristianesimo!). Lo Spirito è nube: la nebbia ci costringe a fidarci di qualcuno che ci conduce per non perdere la strada della verità. Lo Spirito è fuoco che riscalda i nostri cuori e illumina i nostri passi. Lo Spirito è vento: siamo noi a dover orientare le vele per raccogliere la sua spinta e attraversare il mare della vita! Lo Spirito diventa l'anti-babele: se l'arroganza degli uomini ha portato alla confusione delle lingue, a non capirsi più, la presenza dello Spirito ci fa udire un solo linguaggio, una sola voce.

Invochiamo lo Spirito quando non ci capiamo in famiglia, in parrocchia, sul lavoro. Invochiamolo quando non riusciamo a spiegarci. Lo Spirito fa diventare i paurosi apostoli dei formidabili evangelizzatori: ora non hanno più paura e osano, vanno oltre, dicono senza timore la loro fede e la loro speranza. È la pentecoste: la Chiesa si inebria e diventa missionaria.

Lo Spirito

Lo Spirito è presenza d'amore della Trinità, ultimo dono di Gesù agli apostoli, invocato da Gesù come vivificatore, consolatore, difensore, invocato con tenerezza e forza. Senza lo Spirito saremmo  spenti, non credenti, tristi. Lo Spirito, discreto, impalpabile, indescrivibile, è la chiave della nostra fede, ciò che unisce tutto. Lo Spirito, già ricevuto da ciascuno nel Battesimo, è colui che  rende presente qui e ora il Signore. Colui che ci permette di accorgerci della sua presenza, che orienta i nostri passi a incrociare i suoi.

Siamo soli? Abbiamo l'impressione che la nostra vita sia una barca che fa acqua da tutte le parti? Invocate lo Spirito che è Consolatore che consola, fa compagnia a chi è solo. 

Ascoltate la Parola e faticate a credere, a fare il salto definitivo? Invocate lo Spirito che è Vivificatore, rende la vostra fede schietta e vivace come quella dei grandi santi.

Fate fatica a iniettare Gesù nelle vene della vostra quotidianità, preferendo tenerlo in uno scaffale bello stirato da tirare fuori di domenica? Invochiamo  lo Spirito che ci ricorda ciò che Gesù ha fatto per noi.

La vita ci ha chiesto un prezzo alto da pagare? La parte oscura della vostra vita ci pesa? Invocate l'avvocato difensore, il Paraclito, che si mette alla nostra destra e sostiene le nostre ragioni di fronte ad ogni accusa. Così gli apostoli hanno dovuto essere abitati dallo Spirito, per essere finalmente, definitivamente, annunciatori e, allora, solo allora, hanno iniziato a capire, a ricordare col cuore.

don Attilio Zanderigo