Omelie

Omelia di don Attilio dell'11 aprile 2017 - Martedì Santo (Anno A)

E' notte: nel cuore di Giuda è buio fitto, la luce non riesce a scalfire la sua fragilità, la sua paura, il suo calcolo.

E' notte e tutto appare distorto. Anche Pietro presume della sua fede. Ancora deve fare l'esperienza del suo fallimento per convertire il suo cuore e cambiare e gioire e garantire nella fede i suoi fratelli. Questa pagina è la pagina della pochezza dell'uomo e della grandezza di Dio, della nostra piccola fede che viene spazzata via davanti agli eventi che ci turbano e ci spaventano.

Giovanni, il discepolo che Gesù ama, si china sul petto del Maestro per sapere di chi sta parlando e ne coglie il battito colmo d'amore. Dunque è questa la misura dell'amore, fino a questo punto si è lasciato coinvolgere, fino a questa deriva arriverà la sua dedizione all'umanità. Davanti a tanto amore mettiamoci in silenzio, mettiamoci in ginocchio davanti a tanto amore, e chiediamo perdono per noi e per tutte quelle volte che non capiamo, che non vediamo, che non cogliamo la misura dell'amore di Dio.

Quella cena, quell'ultima cena, è il memoriale che celebriamo distrattamente nelle nostre Chiese, ogni domenica, stanco rito consumato in fretta, senza cuore, senza passione, senza stupore. E ancora Dio rischia e si consegna all'indifferenza degli uomini. 

don Attilio Zanderigo