Omelie

Omelia di don Attilio del 12 marzo 2017 - Quaresima II (Anno A)

Abbiamo bisogno della bellezza. Gesù sale sul Tabor per pregare, insieme ad alcuni fra i suoi discepoli. E lì, per la prima volta, lo vedono in maniera diversa. Vedono oltre le apparenze. Vedono nel Maestro lo splendore del Padre. Ne hanno bisogno, nel loro percorso di vita interiore, per capire con chi hanno veramente a che fare. Ne hanno bisogno per ascoltare ciò che ha da dire. Ne hanno bisogno per capire che Gesù e il Padre hanno un rapporto unico, speciale, straordinario. Ne hanno bisogno, anche se ancora non lo sanno, per salire su un’altra collina, fuori dalla città, il Golgota.

La nostra vita di fede è faticosa finché non sale sul Tabor. Abbiamo bisogno di intravedere la bellezza di Dio, per avere in noi stessi la motivazione per credere. Io credo perché ho scoperto che Dio è bellissimo. E non ho mai trovato nulla di più bello di lui. E, in Lui, riconosco la bellezza che mi avvolge. Nelle persone, nelle situazioni, nella creazione fra la quale ho avuto la fortuna di vivere. È il nostro sguardo che cambia le situazioni in cui ci troviamo a vivere.

Sul Tabor Pietro, Giacomo e Giovanni vedono Gesù con sguardo nuovo. La bellezza di Dio li travolge, per un attimo. Tutti siamo chiamati a sperimentare la bellezza di Dio, anche solo per una volta nella vita, direbbe sant'Agostino, fugacemente. Per farlo dobbiamo ritagliarci degli spazi di silenzio, dedicarci del tempo, metterci in sintonia con la natura. Forse ci è capitato di essere invasi dalla bellezza: durante una preghiera comunitaria, o di fronte allo spettacolo di un tramonto o il sorriso di un neonato. Attimi in cui tutto ci è chiaro, evidente, trasparente.

L'uomo è fatto per la bellezza e della bellezza si nutre ma, drammaticamente, può usare della propria libertà per sfigurare e stravolgere questa bellezza. Quaresima è il tempo del combattimento, del tornare a vedere. Per farlo, come suggerisce il Padre, dobbiamo ascoltare. Ascoltare il Figlio, ascoltare la Parola, ascoltare noi stessi, ascoltare ciò che di bello ha da dire l'uomo, ogni uomo. La bellezza è esperienza che scaturisce dall'ascolto. E la Quaresima è, appunto, il tempo dell'ascolto.

Come sarebbe incisivo se anche ascoltassimo la Parola, che la prendessimo sul serio, se vivessimo orientati alla bellezza, al bene, al vero. Se riconoscessimo ovunque le tracce imperscrutabili di Dio, se facessimo  del Tabor la nostra condizione di vita.

don Attilio Zanderigo