Omelie

Omelia del 25 dicembre 2016 - Natale (Anno A)

25 dicembre. E’ il giorno convenzionale che la cristianità ha scelto per ricordare e perpetuare la nascita in terra dell’Emmanuele, cioè Gesù, il figlio di Dio, quindi Dio, ma che, rimanendo Dio, ha umilmente chiesto e ricevuto da Maria il corpo, per cui è diventato anche vero uomo. 

Se, per creare l’intero universo, uomo compreso, Dio non ha avuto bisogno di niente e di nessuno, per farsi uomo ha avuto assoluto bisogno del grembo consenziente di una donna. L’Evento supera per grandezza l’immensità dei cieli. Lo straordinario, avvolto dal più alto dei misteri, sta nel duplice fatto: il primo, che Dio Padre, per generare suo figlio, abbia voluto avere per sposa l’intera umanità; il secondo, siccome quell’umanità oggi siamo noi, a noi risvegliarci da letargo, per dire grazie, con infinita commozione, a Dio che ci ha rigenerati a suoi figli, per mezzo dell’Emanuele.

Se questo è vero, come è vero, ognuno di noi, a questo punto, potrebbe chiedere il silenzio, per sprofondare nel mistero che ci fa dire: “Ma cosa mi sta succedendo? Le sacre Scritture scelte e proclamate oggi, mi dicono che veramente Dio si è fatto uomo. Veramente quel Dio-Uomo, non solo è apparso su una Terra ben precisa, ma non per occupare un posto, bensì per chiedere umilmente a ciascuno di noi, di riceverlo a casa nostra, permettendogli di realizzare quel nome profetizzato, che è Emmanuele, Dio con noi, Dio con me, Dio con ognuno di voi. Facile da dirsi ma impossibile da capire. 

Il Natale di Dio con noi e noi con Dio, continua perenne. Interroghiamo i protagonisti con i quali Dio Padre ha realizzato storicamente l’Incarnazione del Figlio. 

Riascoltiamo il nobile e lapidario messaggio portato a Maria dell’arcangelo Gabriele. E’ facile ricordarlo e riprendere la domanda di sposalizio che Dio fa a Maria di Nazaret, rendendola incinta. Il personaggio, in assoluto il protagonista dell’Incarnazione di Dio, è certamente Maria. Normalmente si parla dell’Annunciazione come di una di quelle mistiche e dolci esperienze che Maria ebbe. Invece nulla di dolce. Tutto immensamente arduo per Maria, certamente sostenuta, sotto il peso di quel SI, dallo stesso Spirito Santo che la mise incinta di Gesù. Immaginiamo, poi, il drammatico incontro tra Maria e Giuseppe, il suo promesso sposo, al suo rientro dalla cittadina dove abitava la cugina Elisabetta, pure lei incinta miracolosamente di Giovanni il Battista. Maria non si sentì in grado di spiegare la cosa a Giuseppe. Come fu suo stile, conservò in cuore tutti quegli eventi. E fece bene, poiché l’arcangelo Gabriele in persona spiegò il tutto a Giuseppe, con un sogno. 

Poi, il viaggio verso Betlemme, per obbedire al censimento indetto da Roma. Un viaggio massacrante, per lei che era in attesa del parto. Un arrivo, simile a certi arrivi odierni. Tutti dicevano a questa coppia scomoda e a questa donna evidentemente  partoriente: “Non c’è posto per voi”. Invito tutti a chiedersi: “Cos’è per me il Natale? Chi oggi è Gesù per me. Soprattutto chi sono io per Lui e per il mondo? Per capire il Bambino Gesù torniamo bambini.

don Rinaldo Sommacal