Omelie

Omelia dell'8 dicembre 2016 - Immacolata Concezione (Anno A)

8 dicembre, per i cattolici: “giornata mariana”. Maria è venerata e invocata come l’Immacolata. Di titoli, ognuno dei quali esprime una virtù di Maria di Nazaret, ce ne sono tantissimi, non esauriti neppure dai molti resi popolari dalle litanie lauretane. Titoli pescati dal lessico con più o meno fortuna, ma ognuno dei quali accende un raggio della regalità di Maria. C’è chi la invoca come la donna dell’equilibrio, dell’impossibile, dell’immediato. Normalmente Maria, con tutti i suoi titoli, è vista come la strada che porta a Gesù e a cui Gesù ha affidato il ministero della Sua misericordia. 

Uno dei titoli più alti e liberi dalla richiesta di qualche grazia, è quello che stiamo festeggiando oggi. Un titolo altissimo nella sua identità, ma accessibile solo ai credenti puri di cuore. Il titolo è: Immacolata Concezione. 

Alla parola ‘immacolata’ in tutti noi scatta la parola: bianco, candido. Ma non è un titolo onorifico quello che andiamo a festeggiamo oggi. L’immacolatezza di Maria, anche se i pittori devono fermarsi alle apparenze, non riguarda il suo aspetto, certamente perfetto, ma è un dono che le è stato trasmesso con il concepimnento di mamma Anna. Gioacchino, anziano e già oltremodo pago di essere diventato padre, non sa che la sua paternità umana fu la strada scelta da Dio per dare vita a quella fanciulla che sarà chiamata Maria.

L’umanità dei genitori di Maria era la stessa di ogni coppia di sposi. E’ sempre sublime, eccelso, miracoloso il mistero del concepimento di un figlio da parte degli sposi. Ma, lo sappiamo fin dal nostro catechismo, l’umanità trasmette, con le sue conseguenze, la colpa originale. Dei discendenti di Adamo ed Eva, nessuno sarebbe stato concepito con il dono della immacolatezza della persona e non tanto del solo corpo. Gioacchino ed Anna, coscienti di essere i fortunati genitori, fecero per Maria quei riti di purificazione che si richiedevano ai genitori che generavano un figlio, con la meravigliosa, ma sfregiata natura umana.

Nessuno venne a sapere che Maria fu concepita senza il peccato originale, per usare un termine imperfetto, ma a noi familiare. Non i suoi genitori, non Maria stessa, non i suoi maestri del tempio, ai quali fu affidata alla morte degli anziani genitori. Però i suoi maestri stupivano per la profondità con cui Maria apprendeva, assimilava e agiva. Le sue educatrici al Tempio avevano solo da imparare da lei e la indicavano come esempio da seguire.

Maria, come Eva, non meritò con la sua condotta la immacolatezza originale. Rispetto a Eva, però solcò il campo della vita con obbedienza assoluta a Dio. Capito che tutto era volontà di Dio, disse a Gabriele: “Si faccia di me secondo la tua parola” E così avvenne. Grazie Maria. Questa Maria oggi noi onoriamo e preghiamo.

don Rinaldo Sommacal