Omelie

Omelia del 4 dicembre 2016 - Avvento II (Anno A)

L’Avvento, tempo fortemente positivo, sta mantenendo le sue promesse e attende la nostra personale risposta. Il tempo é detto ‘favorevole’ e riguarda i due protagonisti: Dio e noi, noi e Dio. Dio è presente in noi attraverso un continuo atto creativo sempre silenziosamente operante. Presenza di Dio che si è fatta sentire attraverso quella che chiamiamo ‘Parola di Dio’, una sublime corrispondenza consegnata e trasmessa a noi attraverso qualcuno di noi, inviato da Dio come suo profeta.

“Parola di Dio” diciamo dopo la lettura dei brani biblici  di turno. Non diciamo ‘è Parola di Dio’, poiché il profeta traduce sì nella sua lingua, la Parola di Dio, ma con le doti e le imperfezioni che gli sono proprie. Le imperfezioni del profeta non sono Parola di Dio. Sta a noi, lontanissimi nel tempo, ascoltare i profeti e saper liberare, alla luce del compimento delle promesse, fatte attraverso i profeti, ciò che è vera Parola di Dio giunta a noi attraverso l’umile e imperfetta parola dell’uomo.

Ma a volte, la Parola di Dio è rivelata da un profeta in modo sorprendentemente alto e perfetto, da farci gridare: “Grazie Signore per quel profeta che hai scelto e inviato a noi e che ci ha reso trasparente il tuo messaggio che così, da divino, si fa umano e comprensibile. 

Uno lo abbiamo incontrato oggi. Isaia è il suo nome. I suoi messaggi sono tutt’ora validissimi e chiari. Ma richiedono il nostro ascolto profondo e personalizzato. Ci dice Isaia: “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse. Un virgulto  germoglierà dalle sue radici”. E’ una profezia dell’antica alleanza che predice il futuro Messia. Isaia annuncia una profezia eccelsa, ma neppure da lui è interamente compresa. Quello che per  Isaia era una promessa straordinaria e da tutti attesa, a  noi sta manifestando tutta la sua pregnanza e attualità.

Il ’germoglio’, il ‘virgulto’ di Isaia: noi, che ci stiamo sprofondando nell’Avvento del promesso Messia, lo conosciamo e lo stiamo celebrando. Evento già realizzato, ma anche sempre nuovo, capace di cambiare tutta la nostra vita  individuale e sociale. In ognuno di noi c’è quel virgulto piantato dall’Autore e Amante della vita umana, chiamata a diventare vita divina. Non più voci che gridano  su aridi deserti. Anche ora, a qualsiasi età, è viva e generante quella Radice  di cui parla il profeta e che è il seme che Dio ha piantato, con il concepimento,  in ognuno di noi, credente o no, che opera spesso per strade a noi sconosciute.

Per chi, come noi, conosce e rivive questi meravigliosi doni , si accorga o no, questo è il tempo favorevole per farli uscire allo scoperto. Su di noi si è posato lo Spirito del Signore. L’Avvento riaccenda la nostra gioiosa consapevolezza, che, in Gesù, siamo diventati figli di Dio. Sentiremo  rivivere in noi, come nostro, lo Spirito del Signore, che è Spirito di sapienza, di intelligenza, di consiglio, di fortezza, di conoscenza e del timor di Dio. Ce lo dica il mondo intero se non abbiamo bisogno di lastricare la strada della nostra vita con questi strabilianti doni operativi, da Dio ricevuti gratuitamente.

don Rinaldo Sommacal