Omelie

Omelia del 20 novembre 2016 - CRISTO RE (Anno C)

Cristo Re! La solennità che oggi celebriamo, oltre ad essere una festa che eleviamo in onore di Gesù, è anche un interrogativo: “Ma Gesù ha mai detto di essere un Re? Se lo ha detto, come ha esercitato la regalità? Saremo noi in grado di rispondere alla prima come alla seconda domanda, interrogando le letture bibliche or ora ascoltate?” Difficile, ma ci proveremo.

Gesù, il Cristo di Dio, che innumerevoli volte si dichiara e si comporta come l’ultimo degli esseri viventi, Colui che si mette a servizio degli ultimi, Colui che dice che, per regnare, è necessario servire, sembra non solo smentire la sua regalità, ma anche contestare tutte quelle regalità che mettono il re al di sopra di tutti e servito in tutto. Invece no. Davanti al tribunale dell’Impero Romano, nel momento in cui si doveva sentenziare o la sua liberazione o la sua condanna a morte, Gesù, con una affermazione che cancella ogni dubbio, alla  domanda di Pilato: “Dunque tu sei re? rispose: “Tu lo hai detto! Io sono re!”.

Se è vero, come è vero, che Gesù è non solo un Re, ma il Re, nelle cui mani ci sta ogni potere in cielo e in terra, è necessario fare alcune riflessioni circa il suo concetto della regalità. Le due nette posizioni di Gesù, che afferma la sua regalità, ma la vive come il servo dei servi, esattamente il contrario di chi ha ricevuto l’autorità dal popolo, ci fanno riflettere seriamente  sul contenuto delle due parole: servo e re. Mentre la nostra cultura pone la regalità al di sopra di tutto e di tutti, la predicazione e le azioni di Gesù Re lo rendono, non come colui a cui si lavano i piedi, ma come a colui che passa a servire tutti, senza distinzioni.  

E’ straordinariamente bello pensare che, più uno è in alto per autorità e più è colui che cerca ed è cercato dal povero, dal bisognoso, dal carcerato, dal malato, ecc. Bello, ma la nostra cultura non ci aiuta, né ci aiuta spesso l’esempio di chi è stato rivestito di quella autorità che liberamente abbiamo delegato, ma per essere governati bene.

Non pochi, elevati in autorità, l’hanno fatta diventare vero servizio, ritenendo altissima la ricompensa di aver servito i fratelli. A costoro, sia che lo facciano coscientemente come volontà di Dio, sia che seguano mirabilmente la voce della retta coscienza, giunga oggi il nostro grazie e la piena compiacenza di Cristo Re, che a lui e a noi, come malfattori pentiti, ci dirà: “Voi che avete esercitato il ministero regale con vera regalità, mi raggiungerete in paradiso, dove condivideremo senza limiti la vittoria del bene sul male". La rettitudine di chi ci comanda difficilmente fa strepito e non poche volte è anche perseguitata. 

Purtroppo, anche ai nostri giorni, vediamo la caccia alle sedie del potere, o con malefiche e invisibili intenzioni, o per corruzioni condivise. Oggi, più che inveire sterilmente, quasi una moda, sulle diverse regalità vicine o lontane, torniamo ai piedi del vero Re incoronato di spine e chiediamogli il dono di saperci governare saggiamente e la saggezza di sostenere chi ci governa bene. Cristo Re, ricordati di noi!

don Rinaldo Sommacal