Omelie

Omelia del 1 novembre 2016 - TUTTI I SANTI

Ciò che la Chiesa festeggia durante tutto l’anno liturgico, in onore di alcuni santi, meritevoli di un plauso particolare, con solennità più o meno marcate, lo fa doverosamente, con una solenne liturgia, una volta all’anno, per tutti quei santi, la cui altezza, profondità e unicità solo Dio conosce. Infatti, come in natura, così in santità nessun santo ripete quella specifica santità, per la quale Dio, e solo lui, ha assegnato uno stato unicamente suo di beatitudine eterna.

Ci sono i santi dichiarati tali dall’infallibile magistero della Chiesa di Cristo, guidata dallo Spirito Santo. Questi sono coloro che hanno un posto fisso nel calendario liturgico della Chiesa Universale o nelle Chiese Particolari. Ma la maggior schiera dei santi solo Dio la conosce e non con superficiale motivazione. Fanno parte di quella ‘moltitudine immensa’ di cui parla Giovanni nell’Apocalisse. E’ bella quella definizione, molto alla portata del nostro modo di dire e di vedere.

Ma, a ben pensarci, una tale definizione del paradiso è molto riduttiva. I Santi, di cui non si conosce il nome né il numero, non sono ‘moltitudine’ nel senso di una massa anonima. Ogni santo è una irradiazione originale e beatificante del Paradiso che è Dio.

Ma, ed ecco una verità da fare nostra, anche alla luce delle ‘beatitudini’: che ogni cittadino del cielo, ha costruito su questa terra la sua carta di identità alla santità. Per il documento di identità, alla domanda: “Tu chi sei e che professione fai”, ognuno di questi ‘io’, le conosca o no, dirà con candore, senza vanità e la pretesa di ricevere:

“Sono un povero di spirito; sono uno che si lava il viso con le lacrime; sono uno che con venerazione lavora la terra; sono un mite che, davanti alle offese, risponde con la forza della verità; sono un assetato di quella giustizia che viene calpestata dai prepotenti e se occorre, scendo in piazza per rivendicarne il trionfo in favore degli oppressi. Meditando il mio Dio, il Dio di Abramo, di Mosè e di Gesù Cristo, sento che mi chiede quello che lui è e dona: la misericordia. Sono anche alla ricerca di un modo di essere, di ragionare e di fare che rispetti il pudore e la bellezza dell’amore vero con me stesso, con gli altri, con Dio. Sono un pauroso della croce. Ma ho imparato da Gesù, che non amò il soffrire, dire a Dio Padre: “Mi ri metto nelle tue mani e questo mi basta, sicuro che spunteranno mani su mani che sono una piccola e visibile mano di Dio”. Gesù mi guidi anche ad allargare le beatitudini sui chiamati al paradiso e che appartengono ad altre religioni, che chiamano Dio con altro nome e conoscono in modo imperfetto il vero Dio il Dio di Gesù Cristo e della sua Chiesa, ma adorano un Dio di pace.

Gesù, attraverso mille canali, spesso ignorati, viene a dirci: “Non dimenticate di celebrare i santi anonimi, che sono vissuti secondo coscienza. Io sono il loro Dio Anonimo”.  Sante e santi di Dio, irrompete nei nostri cuori.

don Rinaldo Sommacal