Omelie

Omelia del 30 ottobre 2016 - PER ANNO XXXI (Anno C)

Leggendo la Parola di Dio, offertaci oggi, con l’ottica degli sportivi, possiamo intravvedere una mistica gara tra il Dio misericordioso e il peccatore che finalmente vuole rientrare, attraverso la porta santa, nelle file dei figli di Dio. L’ispirato autore della prima lettura, vissuto ben prima di Gesù, nonostante che ai suoi tempi si preferisse sottolineare le continue infedeltà degli uomini e gli interventi  molto severi del Dio offeso, traccia di Dio un profilo sorprendentemente dolce, misericordioso, comprensivo, paziente, incoraggiante.

La breve, ma intensa litania delle doti di Dio all’opera nei nostri confronti, inizia con questa affermazione: “Signore, … tu hai compassione di tutti”. E  continua, con uno spaccato che sa di Nuovo Testamento: “Perché hai compassione di tutti?”.Risposta:” Perché ami tutte le cose”.

Ma cosa scende da Dio in favore di  quel ‘tutti?’ Dice: “Tu chiudi gli occhi suoi peccati degli uomini”. Poi, sullo stesso rigo musicale, scorre questo messaggio sapienziale, messaggio che ci commuove e ci fa confondere, così strepitoso e dolce verso di noi, e così illuminante per comprendere la stoltezza, oltre che la stupidità delle nostre risposte.

Conclude il brano sapienziale: “Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita”. E’ un’auto definizione di Dio nei confronti, non solo degli uomini, ma dell’intero creato. Una definizione che potrebbe essere la chiave che apre tutti i nostri discorsi sulla salvaguardia dell’intero Creato pericolosamente inquinato da noi.

Là dove l’uomo tradisce, per  dannosi immediati interessi, Dio viene chiamato con un nome nuovo, un nome che dice e che fa quello che dice: “Amante della vita”. Dio ama la vita, ama ogni creatura e si mette nelle nostre mani con questo proposito: aiutarLo ad amare la vita, ogni vita, specialmente quella dell’uomo, a sua volta bisognoso dell’amore misericordioso di Dio, ma anche collaboratore di Dio per la salvaguardia del creato, partendo dalla pietra su cui posiamo il piede, pietra ricevuta e pietra da donare.

Il vangelo riprende lo stesso tema del Dio misericordioso, ma capovolgendo gli addendi. Mentre nella prima lettura è Dio che prende l’iniziativa, nel vangelo è un peccatore, arricchitosi con disonestà, di nome Zaccheo. Quel ‘piccolo di statura’ dice anche quanto fosse piccolo di spiritualità e moralità. Chissà quale motivo lo indusse a vedere, di nascosto, quel Gesù di cui tutti parlano. Solo Gesù lo sa. Cosa inquieta Zaccheo? La voce della coscienza? La sola voglia di curiosità? 

Gesù usa quasi il metodo del nascondino. A Zaccheo che sale su un sicomòro e si nasconde tra le foglie per vedere e non essere visto, Gesù lo scova e gli dice:”Scendi subito. Devo fermarmi a casa tua”. E così avvenne. Occasione ghiotta per i nemici integralisti di Gesù, ma Gesù rinnova visibilmente quanto scrive il brano della Sapienza: “Il figlio dell’uomo è venuto a cercare e salvare tutti”.

don Rinaldo Sommacal