Omelie

Omelia del 14 agosto 2016 - PER ANNO XX (Anno C)

Mi soffermo brevemente sul brano del grande profeta Geremia. Geremia è il profeta che, più di ogni altro, fa della sua vita e della sua predicazione, una dettagliata previsione di quella che sarà la vita tribolata del promesso Messia. Come tutti i profeti scomodi, anche Geremia è inviso al potere e a chi, dal potere trae onori e ricchezze.

Vediamo un piccolo, ma loquace spaccato della missione di Geremia. I parassiti del potere politico, sociale ed economico, inviperiti per quanto andava dicendo il profeta, fingendosi fedeli sostenitori del Re, che deteneva i pieni poteri, andarono a dirgli: “Geremia, con le sue profezie, scoraggia i guerrieri… e tutto il popolo. Si metta a morte Geremia”. Come il futuro Pilato, il Re, quasi sollevato da questo apparente consenso popolare, mediato dagli astuti e interessati capi, disse: “Ecco, egli è nelle vostre mani”, ma aggiunse una triste confessione: “Il re infatti non ha poteri contro di voi”.

Lasciamo a Geremia l’amara esperienza vissuta nella cisterna senza acqua e fangosa, entro cui fu gettato a morire da martire. Questo segmento della vita di Geremia, ci fa meditare su tantissimi tratti di storia, sia delle singole persone giuste, sua delle comunità e dei popoli che subiscono epurazioni culturali, politiche, economiche e religiose. Oggi, noi che credevamo di aver raggiunto un benessere duraturo, siamo velocemente caduti in poteri occulti che, servendosi di tutti i mezzi, stanno turbando le nostre strepitose facoltà, che, se unite in condivisi ideali, sono in terra una incarnazione dei poteri infiniti di Dio. Oggi Geremia sono i singoli giusti, i gruppi della fraternità, le sane organizzazioni democratiche, le culture capaci di valorizzare sia le piccole, come le grandi qualità di chi non predica se stesso, ma cerca solo di tessere la tela del bene comune contro chi uccide a tradimento l’altro che pensa e opera per il benessere universale.

Ma, visto che anche l’infernale potere può andare in crisi, ecco che gli indemoniati scoprono altre armi psicologiche: arruolare i disturbati mentali con i mezzi che anche il più povero oggi ha nelle sue mani, con la logica del protagonismo, della  vendetta, e la promessa di paradisi, purché ci si immoli pubblicamente e clamorosamente. Ed ecco serpeggiare nuovi reclutatori astuti che, come funghi, sono capaci di esserci, ma di sfuggire perfino ai vicini di casa, perfino ai propri familiari.

Noi, ribellandoci a questi nuovi persecutori di Geremia, vogliamo essere  Ebed-Melec che al debole Re disse: “Quegli uomini hanno agito male facendo quanto hanno fatto al profeta Geremia, gettandolo nella cisterna. Egli morirà di fame”. L’intercessione di uno solo, Etiope per di più, quindi un extracomunitario, a sua volta vittima di chi, condividendo la stessa cultura e religione, cerca di arruolare assassini, ottiene la liberazione del profeta. Non è con la violenza che si spegne la violenza, con il fuoco che si spegne il fuoco.

don Rinaldo Sommacal