Omelie
Omelia del 3 luglio 2016 - PER ANNO XIV (Anno C)
Soffermiamoci sul brano del profeta Isaia. Stranamente inizia con un comandamento rivolto a noi di ogni tempo. Rileggiamolo e interroghiamolo. Ordina Isaia:”Rallegratevi”. Noi, che viviamo un tempo ricco di amarezze e di contagiose tristezze, gli chiediamo: “Per quali motivi dobbiamo e possiamo essere allegri, oggi, quando bussano alle nostre porte, tutti i giorni, notizie scoraggianti e contagiose.
Dopo l’imperativo ‘rallegratevi’, Isaia ci dice quale è il motivo della gioia e perché rallegrarci. “Rallegratevi con Gerusalemme” ci dice Isaia. Chi è Gerusalemme e per quale motivo Gerusalemme ci invita a condividere la sua strana e misteriosa gioia? La città di Gerusalemme, terra oggi tornata nuovamente a essere contesa da più nazioni in lotta tra loro, non è la Gerusalemme di cui parla Isaia.
Quel luogo santo, tanto conteso anche in forza di religioni diverse, ma che provengono dall’unica radice nel padre Abramo, è visto da Isaia come il grande grembo materno di Dio che può e deve riunificare in Gerusalemme tutti i suoi figli. Le loro diversità si sono fortemente arricchite nel tempo essendo cresciuti con culture diverse. Se Gerusalemme, cioè il popolo che Dio ha riedificato in Gesù suo figlio, scopre di essere l’unica famiglia di Dio, allora non potrà non ‘sfavillare con essa’.
Non so se, accogliendo con gioia l’invito di Isaia, che altro non era che la volontà di Dio, tutti gli abitanti di Israele esultarono con Gerusalemme, il simbolo dell’unico popolo di Dio. Abbiamo i nostri dubbi. Come non è facile riprendere il tema della gioia, oggi, per gli stessi motivi divini che uscirono dalla bocca del profeta che più di ogni altro nella prima alleanza, profetizzò il messia, come l’anello nunziale inviato da Dio a Israele, per celebrare le sue promesse nozze. Nozze che noi ben sappiamo celebrate dal divino sposo, con la sua nobilissima sposa, la Chiesa, di cui Maria di Nazaret ne è la perfetta icona.
Maria, un esempio di come possiamo rendere attuale il comandamento alla gioia di Isaia. Prima di esultare, Maria volle capire il motivo. Non disse subito, alle parole dell’angelo ‘l’anima mia magnifica il Signore’. E’ a noi di insegnamento la pedagogia di Maria. All’angelo, che le disse: “Avrai un figlio, sarà il figlio di Dio”, Maria rispose: “Come è possibile?”. Soltanto una volta compreso che tutto veniva da Dio e che a lei spettava solo di dire il suo totale e sublime SI, esplose di allegrezza il suo seno, che generò l’Emmanuele, che avrebbe fatto di molti un sol popolo e avrebbe convalidato la profezia di Isaia, là dove dice: “Sfavillate con essa di gioia tutti voi che l’amate”.
Ricordate il rimprovero che mi avevate mosso, nei giorni in cui avevo perso il sorriso? Io sì. A me, oggi, chiedere a ognuno di voi: “Che cosa avete fatto del vostro sorriso”. Sono sorridente non perché sono un attore, ma perché sono contento di esistere.
don Rinaldo Sommacal