Omelie
Omelia del 19 giugno 2016 - PER ANNO XII (Anno C)
Con l’autorità che gli deriva da quel Gesù, che prima perseguitò accanitamente e poi amò, servì e predicò ancor più accanitamente, non temendo tutti gli annessi rischi e persecuzioni, l’apostolo Paolo, rivolgendosi a noi, ci dice con un coraggio sconcertante: “Voi siete figli di Dio!”. Cosa intendeva Paolo? Voleva, forse, dirci che Dio, nella sua clemenza, ci ama come fossimo suoi figli e nulla più?
Tutt’altro. Paolo, con quella secca affermazione vuole proclamare una verità di fede, verità presente solo nella visione cristiana della redenzione rivoluzionaria operata da Gesù. Verità facile da pronunciare, abbastanza famigliare anche nel nostro linguaggio consueto, ma verità che rivela, con una sola affermazione, tutti i più alti segreti di Dio nei confronti dell’uomo.
“Voi siete figli di Dio” afferma, in modo perentorio e definitivo, Paolo, parlando a noi che, come lui, crediamo nella divinità dell’uomo Gesù. Ricevendo questa verità che non ammette discussioni all’interno del magistero della Chiesa e che tutti i teologi sono chiamati ad affermare, fare loro e insegnarla con limpidezza, noi abbiamo il coraggio di fare questo sillogismo: come umanamente siamo i figli di chi ci ha concepito e nulla lo potrà contraddire, così, cristianamente, noi siamo rinati a figli di Dio per mezzo dell’Emmanuele, il Dio con noi.
Una domanda: “Sappiamo come la natura umana rigenera se stessa con il potere di concepire i suoi simili." Ci basta leggere gli studi che spiegano la procreazione. Ma come possiamo noi, figli della natura umana, affermare con assoluta certezza che siamo, per strade diverse dalla procreazione umana, veri figli di Dio?”
Interviene ancora l’apostolo Paolo. Dopo aver fatto quella affermazione, ormai entrata nel ‘credo’, compendio delle massime e intoccabili verità cristiane rivelate, Paolo spiega perché e come noi, siamo o possiamo diventare veri figli di Dio. Quello che tentiamo di rendere ragionevole, non è presunzione scolastica, ma solo adesione umile e convinta alla rivelazione che ha Dio stesso come rivelatore.
Ed ecco la spiegazione, presente in un ragionamento di una semplicità sconcertante, a meno che non si torni su a chiederci: “Ma a me, oggi, cosa vuol dirmi Paolo?”. Dopo aver detto ‘voi siete figli di Dio’, Paolo ci spiega: “Poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo”. Ecco il grembo che ci ha fatti diventare figli di Dio, non cancellando, ma nobilitando all’infinito la nostra natura umana: il fonte battesimale, il battesimo. Come nel battistero naturale della mamma, il figlio dell’uomo viene concepito e poi esce, così noi. Siamo stati battezzati in Cristo. Quindi noi, io che vi parlo, io che ascolto, sono uno di quel ‘voi siete figli di Dio”. Quante volte, per dirci queste verità che possono sfociare nell’estasi, con la sua immediatezza Papa Francesco ci invita a risalire al registro dei battesimi per renderci conto di quando e come siamo diventati veramente figli di Dio.
don Rinaldo Sommacal