Omelie

Omelia del 1 maggio 2016 - PASQUA VI (Anno C)

 

Noi, Chiesa di Belluno-Feltre, in questi giorni abbiamo intensamente vissuto il passaggio epocale dal vescovo Giuseppe al vescovo Renato. La pagina del sacro libro Atti degli Apostoli ci aiuta a rileggere i nostri eventi forti, che hanno anche ripercussioni, non solo entro la Chiesa, ma su tutto il territorio, poiché dove arriva l’Apostolo, arriva Gesù con il suo messaggio che è seme buono per ogni terra, per tutte le stagioni e per le più disparate culture. 

Alla luce delle vicende vissute all’indomani della Ascensione al Cielo di Gesù, cos’è di così attuale per noi? Visitando come apostolo, tutte le Chiese che avevano nella sinagoga il punto di riferimento, Paolo predicava la decisa svolta portata da Gesù. Ci fu grande discussione, anche tra coloro che avevano aperto le porte al Messia predicato da Paolo e Barnaba. Tutta la cultura religiosa delle sinagoghe scaturiva dalla Legge scritta da Mosè e predicata dagli scribi, dai farisei , e fatta propria dai fedeli delle Sinagoghe sparse ovunque.

Tra Paolo e la Chiesa di Gesù Cristo fondata sulla nuova pietra d’angolo dei dodici, guidata da Pietro, nacque una accesa discussione: cosa era di intoccabile della tradizione e cosa doveva cambiare, per non soffocare, ma permettere al Nuovo di passare dalla legge di Mosè al magistero del divino maestro, Gesù,  che disse: “Vi fu detto…, ma io vi dico?” Vinse la saggezza. Fu indetto il primo Concilio riunitosi nella sede di Pietro, il primo Pietro, cioè Gerusalemme. Oggetto del contendere: cosa deve essere considerata verità assoluta e intoccabile rispetto alle tradizioni venute dagli uomini, pur nobili, ma mai sostitutive della Rivelazione venuta non dagli uomini ma da Dio.

Da quel primo Concilio di Gerusalemme, uscirono alcune scelte da allora sempre valide. Vediamole: mai soffocare la rivelazione dinamica con le tradizioni che favoriscono private e talora pericolose devozioni; essere, invece, una Chiesa in cammino. 

La Parola di Dio, ha la sua pienezza in Gesù, ma Gesù, oltre ad essere nel passato e nel presente, ha ancora il più da dire, da rivelare e da donare alla sua Chiesa sempre rinnovanda. Una riflessione che cade oggi, con attualità, sulla nostra Chiesa di Belluno-Feltre. Quale Chiesa è la nostra Chiesa?

Non sarebbe Chiesa di Cristo se non avesse la dinamica dei tre tempi, nessuno dei quali è un assoluto, ma che tra loro esigono un dinamico interagire. Primo: mai dimenticare chi siamo stati, noi, ma ancor più di chi, noi che ci parliamo al presente, siamo figli nella fede? Una Chiesa senza memoria, non è certamente la Chiesa di Gesù. Secondo: l’OGGI! Rifugiarsi nel ricordi di tempi osannati come paradisiaci, sarebbe il ‘de profundis’ cantato sulla Chiesa che deve essere un OGGI , capace di rispondere alle inquietanti domande dei nuovi orizzonti. Terzo: con ardore, andare verso il non ancora che diventerà il nostro ‘sempre’ condiviso con la famiglia di Dio e lasciato in eredità ai nostri successori.

don Rinaldo Sommacal