Omelie
Omelia del 27 marzo 2016 - PASQUA (Anno C)
Pasqua. Veniva chiamata il ‘primo giorno della settimana’. Ci dà la sveglia Maria di Magdala. In quelle ultime due notti non aveva chiuso occhio. Con la memoria scorreva gli eventi terribili visti e condivisi con mamma Maria e Giovanni; riviveva l’accanimento e la ferocia inaudita con cui i crocifissori portarono Gesù alla morte di croce.
Quelli erano i giorni detti della ‘parasceve’. La legge non permetteva né funerali, né visite ai sepolcri. Per la Maddalena che interminabili furono quelle vigilie! Appena spuntò il terzo giorno, il ‘primo della settimana’, con gli unguenti da versare sul corpo di Gesù, per proteggerlo dalla corruzione,“corse”, narrano i vangeli. Quale la meta? Il sepolcro di Gesù. Ne conosceva il posto.
“Vide” scrive l’evangelista Giovanni, a sua volta sgomento per quanto aveva condiviso con Maria ora sua mamma e con la Maddalena, lungo la ‘via crucis’. Ma cosa ‘vide’ Maria di Magdala? Vide che la pesante pietra era stata tolta dal sepolcro. Ma il corpo di Gesù? Non c’era più. Disperata corse da Pietro e gli gridò: “Hanno portato via il Signore” .
Pietro, ancora fontana di lacrime per come si era comportato con il Maestro, lui che aveva giurato di non abbandonarlo, mai, a costo della vita, “uscì insieme all’altro discepolo” il più giovane e il più fedele dei dodici, cioè Giovanni, colui che scriverà l’evento che stiamo meditando e celebrando. Pietro “giunse, entrò, osservò”. Nessun segno di furto e di violenza. Straordinaria la cura con cui erano stati piegati gli indumenti con cui Gesù era stato avvolto per la sepoltura. Pietro fu rapito dallo stupore. “Cosa succede?” si domanda. Domanda che suscitava altre domande senza risposta e che riempivano il suo inspiegabile soliloquio in quegli istanti.
Di ben altro genere, invece erano i pensieri di Giovanni. Dopo Pietro, entrò anche lui nel sepolcro. “Vide!”. Cosa vide? Non dice altro. E’ tutto in quel ‘vide’. Vide quello che non si poteva vedere con gli occhi del corpo e spiegare a parole. Aggiunse quella parola che fondò la nuova fede, cioè la fede pasquale, la fede in Gesù, sì veramente morto, sì veramente sepolto, ma veramente risorto e con Lui la vittoria della vita sulla morte.
Qual’é questa parola, pietra d’angolo della nostra fede? “Credette”.
Vogliamo anche noi diventare pasquali? Facciamo morire ciò che fa morire la fede. Sia il peccato ad essere crocifisso da noi e non noi dal peccato. Evitiamo di vedere solo i peccati altrui e non i nostri. Prepariamoci alla buona morte. La morte è inevitabile, ma sarà certamente buona se sapremo, qui e ora, essere dono di misericordia con gli altri e con noi stessi. Professiamo con la vita la verità che diciamo ogni volta che recitiamo il ‘Credo’. Verità, quasi gridata alla fine del Credo, che ci fa dire: “Credo la risurrezione della carne, credo la vita eterna, amen!” Ci dà una mano Maria di Magdala, con il suo inarrestabile bisogno di Gesù e Paolo di Tarso che così pregava: “Desidero morire per essere con Cristo”. Buona Pasqua a noi, al mondo intero.
don Rinaldo Sommacal