Omelie
Omelia del 14 febbraio 2016 - QUARESIMA I (Anno C)
Ed è di nuovo Quaresima. Naviga nel tempo, ma non si identifica nel tempo. Paragonandola alle stagioni che vengono scritte dal sole e dalla luna, possiamo chiamarla “crudo inverno”. Sembra la fine; invece viene vinta dalla primavera. Tutto torna a rinascere, proprio in forza di quelle precedenti stagioni che si sono lasciate immolare, ma per una sicura e nuova risurrezione.
Quaresima e Pasqua: tenebra e luce, antico e nuovo, vittoria della vita sulla morte. Mercoledì, ricevendo sulla nostra testa le ceneri, abbiamo voluto, coscienziosamente, fare memoria che siamo entro a questo dualismo: fine e principio, morte e risurrezione. Oggi la pagina del vangelo, misteriosa, inquietante, ma sempre sorgente di innumerevoli e preziose riflessioni, chiama noi, voce del nostro tempo, in parte simile in tutto al tempo passato, ma, per molti motivi, grondante novità, (chiama noi) a leggere, rileggere, interrogare, per tentare di arrivare a qualche umile e preziosa riscoperta.
Ognuno di noi ha le sue storie, che non sono di nessun altro e verranno conteggiate sul nostro libro-paga. Essere continuamente tentati dal bene e dal male, è una verità che tutti proviamo e che nessuno può dire: “Non mi riguarda, non mi tocca”. Essere tentati significa sentire entro di noi, o giunte da fuori, certe proposte di vita motivate da certe finalità.
Vediamole all’opera sulla pelle di Gesù che, diventa, così, per tutti noi credenti, pedagogia per ogni tentazione. Chi è il tentatore? Il vangelo lo chiama ‘il diavolo’. Ma la parola ‘diavolo’ si incarna in innumerevoli modi, normalmente allettanti e suadenti.
“Dì che questa pietra diventi pane”. Tentazione indovinata e più che legittima quella fatta a Gesù, affamato dopo un lunghissimo digiuno. Il vangelo stesso dice: “Ebbe fame”. Quasi sempre la tentazione cade su un qualche bisogno o su qualche voglia di avere, di possedere, meglio se per mezzo di un miracolo di qualsiasi genere: economico, politico, religioso, ecc. Gesù risponde: “Non di solo pane vive l’uomo”. Potremmo fermarci qui e meditare su queste meravigliose, inesauribili parole, in risposta all’imperante tentazione: quella di voler possedere tutto e tutti.
Lo sconfitto tentatore non demorde. Ecco la seconda affascinante tentazione, sempre attuale: “Se tu mi adorerai, cioè mi darai il tuo IO, ti darò il mondo intero”. Tanti tentano la scalata alla divinità e cercano consensi. Solo le parole di Gesù sono più forti delle proposte del tentatore. Rispose Gesù: “Il Signore tuo Dio, adorerai”. Satana prende occasione da questa risposta, per alzare il prezzo. Gli disse: “Vuoi che metta tutti ai tuoi piedi?” Usa il potere religioso, visto che dici di essere il figlio di Dio? Gesù, lo annienta, imponendogli un ordine a cui non può dire di no. Gli intimò: “Non mettere alla prova il Signore Dio tuo”.
Quest’anno incontreremo sicuramente molte tentazioni. Per uscirne vincitori stiamo aggrappati a Lui, a Gesù. Lui è sempre alla nostra porta e bussa. A noi aprirla.
don Rinaldo Sommacal