Omelie
Omelia del 24 gennaio 2016 - Domenica III per Anno (C)
Mentre il primo brano narra lo storico e commovente ritrovamento del sacro libro della Legge, riletto per ore davanti al popolo commosso fino alle lacrime; mentre la pagina dell’evangelista Luca, permette a Luca di dire perché e come arrivò a scrivere il suo vangelo; Paolo apostolo, con una metodologia simile a quella di un chirurgo, che conosce bene tutte le parti del corpo umano e il ruolo che ogni singolo membro ha per la vita e la crescita dell’intera persona, porta a capire con facilità, ma anche profondità, il mistero della Chiesa di Cristo, paragonata ad un corpo. Così la nostra comprensione é facilitata, avendo noi tutti un corpo, la cui vita dipende esattamente dal ruolo vitale di ogni suo membro.
Soffermiamoci su questo paragone tra il nostro corpo fisico e la Chiesa chiamata appunto ‘Corpo di Cristo’. Paolo ci dà una lezione di anatomia sacramentale. Partendo da verità scontate, raggiunge lo scopo di farci capire quando noi, cristiani, ci autodistruggiamo con le nostre divisioni funeste.
Gesù, dopo la sua risurrezione e ascesa al cielo, si rende presente e visibile attraverso quel sacramento che Lui stesso ha voluto e creato, cioè la Chiesa. Lui è l’invisibile, ma operante Capo di questo corpo, di cui i cristiani ne sono le membra. Gesù, il capo del corpo, non si tocca. Tutta la vita del corpo viene da Lui e a Lui ritorna. Solo Gesù conosce le singole membra e la loro funzione. Solo Gesù dice a ogni membro quello che deve fare e come deve farlo.
Lo fà attraverso i suoi Apostoli, a cui, un giorno disse: “Chi ascolta voi, ascolta me”. Gli Apostoli, quindi, hanno la funzione sacramentale di possedere la volontà del Capo e di trasmettere a noi e al mondo intero la pura e autentica presenza di Gesù, mai inquinata dal personalismo, da protagonismo, che può, come è successo, portare alle scissioni, quindi allo scompaginamento delle membra.
Sembra incredibile, ma è successo e sta succedendo. L’unico Cristo, che chiede a noi di dargli liberamente un unico corpo, viene da noi diviso con scismi che ancor oggi smembrano il Suo corpo in centinaia di pseudo chiese. Sicuramente nessuna Chiesa, che dice di essere la vera Chiesa, compresa quella cattolica, è esente da colpevoli divisioni. Ma non è secondo il vangelo questa ostinazione a difendere la divisione, fino a far vedere nella altre chiese diverse un nemico da combattere.
Paolo, che prevedeva questa lacerazione, scrive ai Corinzi un elenco delle possibili cause di divisione perfino banali. Ma perché lo fa? Per dire a tutti noi, rinati dallo stesso Battesimo, che siamo membra di uno stesso corpo e di un corpo che permetta a tutte le membra di donare quello che sono e di ricevere dalle altre membra quello che non hanno e a cui aspirano. Facciamo nostra la preghiera che Gesù fece al Padre: “Ché tutti siano una cosa sola come tu, Padre, sei in me e io in te. Perché il mondo creda… e perché siano perfetti nell’unità”.
don Rinaldo Sommacal