Omelie
Omelia del 10 gennaio 2016 - Battesimo del Signore (C)
Nelle gare, il passaggio del testimone tra un atleta e l’altro non è un passaggio facile, come non lo fu il passaggio delle consegne messianiche tra Giovanni, il precursore e Gesù, il profetizzato. Giovanni, rispetto a Gesù, predicava con parole roventi e minacciose l’imminente arrivo dell’ Emmanuele. Le incideva nel cuore dei suoi seguaci con un severo rito penitenziale, chiamato battesimo. Aggiungeva però con estrema onestà: “Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me… Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.
Ed ecco arrivare il difficile passaggio delle consegne tra Giovanni, il precursore e il Messia in persona. Gesù “venne al Giordano da Giovanni per farsi battezzare. Giovanni, riconosciutolo, voleva impedirglielo dicendo:”Io ho bisogno di essere battezzato da te”. Ma obbedì a Gesù, come Gesù obbediva al Padre suo celeste. Mentre Giovanni immerge Gesù nel Giordano, su Gesù si posa una candida colomba segno visibile dello Spirito Santo e si sente distinta la voce di Dio che dice ai presenti penitenti, e attraverso di loro a noi: “Questi è il figlio mio, l’amato...In lui ho posto il mio compiacimento”.
Mediante il rito penitenziale di Giovanni, Gesù rende visibile ed operante il sacramento del nuovo battesimo. Non tanto e non solo esprime un rito di penitenza per ottenere misericordia, già oresente anche nella Prima Alleanza stipulata più volte tra Dio e il suo Popolo. Il battesimo di Gesù inaugurò la Nuova ed Eterna Alleanza. Quale la novità? Che Gesù diventa il nuovo Giordano. Chi si immerge in Lui con il rito del battesimo, diventa Lui e Lui diventa il battezzato.
Il rito del sacramento del battesimo avviene versando l’acqua e dicendo le parole consegnate agli Apostoli da Gesù prima di risalire in cielo da dove era disceso. Rito, però, che chiede una seria preparazione. Ecco le parole di Gesù, proclamate dal celebrante, capaci di farci rinascere entro la Trinità Santissima: “Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo”. Quello che il Battista non conosceva, Gesù ce l’ha donato, ed è un autentico miracolo, cioè ‘portare l’uomo in Dio e Dio nell’uomo’ (Pietro Crisologo).
La Chiesa celebrante diventa novella Maria. Gesù, il figlio di Dio diventato il figlio dell’uomo, a chi si immerge totalmente in lui, compie il miracolo: fa diventare i figli dell’uomo figli di Dio, per l’eternità.
Varrebbe la pena di andare a riscoprire il giorno del nostro battesimo, per poter dire: quel giorno con quel sacramento, ricevuto dalla Chiesa apostolica, io sono stato nobilitato sì, da conservare la natura umana, ma anche essere per l’eternità, entrato a far parte di Dio, essendo diventato membro del Corpo mistico di Gesù, il vero Giordano. Figlio del Padre, per opera dello Spirito Santo. Noi cristiani non finiremo mai di cantare le lodi di chi un giorno ci ha portati al fonte battesimale. “Quello fu il giorno più importante per me” ebbe a dire ai bellunesi, con lettera autografa, Gregorio XVI, il primo Papa bellunese, battezzato qui.
don Rinaldo Sommacal