Omelie
Omelia del 6 gennaio 2016 - Epifania (Anno C)
Epifania, che significa ‘manifestazione’, ha caratteristiche tali da essere facilmente riconosciuta, interrogata e tramandata. E’ Matteo il più completo evangelista che narra e immortala lo strepitoso episodio dei Magi, sbucati da chissà dove, mossi da chissà quali eventi, culture e religiosità. Noi non adiamo a rispondere a questi e quant’altri interrogativi per riscrivere ciò che è già riccamente scritto.Io, catecheta di questa comunità, mi lascio attrarre da alcune affermazioni, presenti nel racconto, per meditarle, se possibile capirle, farle mie per farle vostre, nostre.
Alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme. Gerusalemme per gli ebrei era l’indiscusso luogo dove incontrare Iahwè, il loro Dio, l’unico Dio, colui che, per sottolineare questo, si rivela come l’IO SONO. Venire da oriente non è buttato lì a caso. Per ogni pio israelita il Messia promesso sarebbe venuto da oriente, cioè da dove sorge il sole e dove la luce vince la notte.
Voi Magi (che andate cercando con tutte le forze la vostra origine, la vostra identità, il vostro essere, il vostro divenire, in una parola il vostro IO SONO, atteso da tutte le genti e non solo entro i confini di Israele), cosa ci insegnate di così importante ? Per cui vale la pena di lasciare tutto per incontrare Colui che ci dice: “Io sono il tutto e tutto sono per te, ma a un patto, che tu abbia da cercarmi, in tutti i modi, sia quando è facile trovare la strada, ma anche quando si incappa in crocevie dove il buio vince, dove ci si deve umilmente consultare, per rivedere la stella?” Sì, signori Magi, così è capitato a voi, capaci di leggere, alla luce della stella, il cammino verso l’ideale della nostra vita, in buona parte già percorso.
Ma, a questo punto, succede una cosa strana, perfino incredibile. Erode in persona che, gelosissimo del suo regno, sentendo questi personaggi, già nobili nell’aspetto, ancor più saggi nel dimostrare di conoscere e seguire le profezie di un popolo e di una religione a loro estranei, con un perfetto sdoppiamento di personalità: lui, l’incredulo, ordina a tutti i saggi in Israele di rileggere le profezie. "Che disponibilità!’ si dissero i Magi. Che preziosa la positiva risposta alla loro domanda: “Dove è nato il re dei Giudei!”. Erode, che finge una collaborazione, aiutato dai suoi idolatri, può con sicurezza dire: “A Betlemme di Giuda”.
Da ultimo, lo sconvolgente progetto di Erode. Dice ai Magi: “Andate e informatevi accuratamente sul bambino e fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”. Noi tutti sappiamo bene quale era il suo vero scopo, quello di andare a Betlemme, fingere un pellegrinaggio alla grotta, ma per uccidere il re bambino. Con metodi più sofisticati di allora, anche oggi, anche peggio di ieri, c’è la caccia al potere e al possedere, ricorrendo ai metodi i più vigliacchi, anche in nome di un falso dio. Tracciamo strade nuove se ci vogliamo bene.
don Rinaldo Sommacal