Omelie

Omelia del 13 dicembre 2015 - Avvento III (Anno C)

 

Dal mondo dei profeti, dichiarati autentici, prorompe una voce che annuncia tempi di gioia. Rivolto alla martoriata Gerusalemme, le dice: “Rallegrati figlia di Sion, grida di gioia Israele, esulta e acclama figlia di Sion”. Mi domando: dove Sofonia (questo è il nome del profeta) trova il coraggio di comandare la gioia, là dove i tempi erano invece di grande, di quotidiana tribolazione, molto simili ai giorni nostri? Per chi ha fede vera, fede oggi vagliata al crogiolo da fatti così paurosi e in gran parte inspiegabili, cosa significa quel ‘rallegrati’?

Leggendo le pagine degli eventi quotidiani e dell’intero orbe terrestre, viene, invece, spontaneo dire: “Che tristezza! Che orrore! Che paura! Difendiamoci!” Sofonia le sa queste cose, ma proprio su queste piaghe riversa, per volontà divina, il suo imperativo che deve far rifiorire la gioia più forte del timore. 

Qual’ è allora la causa che giustifica l’ordine di gridare, quasi da imporre la gioia al pio israelita? La risposta la capiscono e la accolgono solo i credenti veri, che vivono con i piedi per terra, con le mani al lavoro, ma con  gli occhi del cuore puntati sul divino sole che perennemente risorge in difesa dei suoi adoratori. Vediamo se anche noi siamo capaci di aprire le porte alla gioia, alla luce, a Colui che è la gioia e semina in chi crede in lui la stessa sua gioia, capace di trasformare le nostre lacrime in semi di sicura letizia.

Ecco, finalmente chiara,  la causa che indusse Sofonia a comandare la gioia al popolo santo di Dio: “Il Signore è in mezzo a te ed è un Salvatore potente”.

Io, per primo, chiedo di essere contagiato da questo virus salutare  oggi così raro. Mi viene posta una condizione però: che io creda veramente nel Signore, ma il Signore vero, non quello fatto da interessate mani d’uomo. Signore presente, operante e amante fino a piangere per i nostri peccati. La tentazione di farsi un dio a proprio uso e consumo c’è sempre stata, ma oggi lo si fa con delle potenti ideologie sataniche, sparate nella psiche malata di tanti giovani e non solo. Il burattinaio di turno li manipola, usando a suo vantaggio il sistema di sempre, del “armiamoci e partite”.  O si torna a Dio, al Dio vero, al Dio che aspetta e rispetta, al Dio che ama fino al punto di piangere con chi è un perseguitato innocente, di perdonare chi riconosce e si pente di averlo offeso con i pensieri, le parole e le opere, oppure saremo un oceano di nefandezze, o si va verso l’autodistruzione.

Non è così. Dio, il vero Dio, il Dio di Gesù Cristo, Gesù Cristo Dio ci dicono: “Non temere… Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente”. Chi si allontana da Dio, entra nella zona fosca delle sicure sconfitte da raccontarle come vittorie. Se io, con l’aiuto della vera fede, rivedo il mio rapporto con Dio e con me stesso, Gli chiedo perdono, Gli faccio presenti i miei bisogni e, senza barare come spesso accade, torno a chiederGli: “Sei tu il Cristo?” Con volto gioioso Gesù mi dice: Sì!”. Allora i due inviti si incroceranno, Lui a me e io a Lui: “Vieni!  Vieni!”.

don Rinaldo Sommacal