Omelie

Omelia del 29 novembre 2015 - Avvento I (Anno C)

 

Oggi, tutti, nello stesso giorno, festeggiamo un  nostro strano compleanno, il compleanno di un nuovo anno di grazia. A tutti noi buon compleanno, quindi! Per il calendario del nostro corpo fisico, questo giorno parla di giovinezza che si allontana. Per il calendario della nostra fede, invece, più si va verso il ‘consumatum est’ e più si va verso la nostra rinascita, la nostra adolescenza, la nostra pienezza senza fine. Il tempo presente, con il suo compiersi, ci spoglia di ciò che è mortale e ci riempie di eternità, bevendola alla sorgente della perenne novità che è Dio: il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo, famiglia che accoglie gli angeli, i santi, i beati di ogni razza e nazionalità, anche tutte le creature uscite dal soffio creativo di Dio e poste a nostro servizio, disseminate nei cieli, sulla terra, sotto terra, negli oceani, nel firmamento.

Tutto questo che diciamo, è facile da capire? E’ fonte di gaudio? La risposta la lascio dare, in silenzio e sincerità, da ciascuno di noi. Non nascondo che, quando si calcano questi orizzonti, accanto al ‘cupio dissolvi et esse cum Christo’ di san Paolo (beato lui) serpeggia anche entro di noi, specialmente se anziani, la tastiera delle inquietudini.

E’ normale. Niente paura. Ma ad un patto: che si sappia che la vita è fatta per vivere, per esserci e non per tornare nel ‘nulla’, sia dopo una vita vissuta da santi, sia dopo una repellente vita da reprobi. Anche la più piccola delle logiche ci fa dire, con Cristo, che deve venire, che verrà il giorno della verità. Non è necessario essere scienziati per affermare la logica che vuole che la persona buona in pensieri, parole e opere, sia premiata, che il cattivo e per sua scelta impenitente, riceva la sua mercede adeguata.

Ed ecco allora che quel fosco futuro che il Vangelo ci ha fatto ascoltare, diventa forte certezza in un Dio che ama, che ci ama, che mi ama e che vuole, come Padre, che tutti i suoi figli si salvino, per le strade che Lui solo vede, e che anche noi, nella riservatezza, conosciamo, perché frutto del nostro libero volere. Accogliamo il richiamo di Gesù che ci dice: “State attenti a voi stessi, perché  i vostri cuori non si appesantiscano”.

Ma non saremo soli a vincere la pesantezza dei nostri cuori. Ci dice l’apostolo Paolo: “Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti”. Ma anche verso quelli che uccidono in nome di Dio? Li vinceremo se saremo uniti nell’amore e non legati alla logica delle armi. Se sono necessarie come difesa, vengano usate non come vendetta, ma per salvare tutti e tutto. 

E’ facile credere in questi frangenti, davanti a così nefande, ripugnanti e squallide imprese? No! Ci viene in soccorso la bellissima antifona d’ingresso che ci dice come e cosa dobbiamo fare nel mettere piede entro al nuovo anno di Grazia. Ci fa dire: “A te, Signore, elevo l’anima mia; Dio mio in te confido: che io, non sia confuso”. Così è! E così sia!

don Rinaldo Sommacal