Omelie
Omelia del 20 settembre 2015 - Domenica XXV per Anno (B)
Leggendo e rileggendo la ‘colletta’ cioè l’orazione che apre le porte alla Parola di Dio, detta ‘colletta’ in quanto, pur proclamata da chi Presiede, è, però, la preghiera di tutti, mi ha colpito la sua affermazione perentoria, senza alternative e che non ammette dubbi da parte nostra.
Ragionando con Dio, possiamo chiedergli: “Perché dobbiamo osservare i Tuoi comandamenti?”. Risposta di Dio: “Perché io li ho fondati sopra l’amore: l’amore verso di voi, mio prossimo, sapendo che il primo prossimo, come Io con me stesso, siete voi con voi stessi. Troppo spesso vi fate del male da soli”.
Con questa chiave in mano, rileggiamo e interroghiamo direttamente la Parola di Dio, oggi servita, generosa come sempre, sulla tavola della nostra cena domenicale. Il profetico brano della Sapienza ci ricorda il perenne conflitto tra luce e tenebre, tra bontà e invidia, tra odio e amore, tra sincerità e falsità, e denuncia le forti e subdole potenze che sono alla base e nella mente di chi, come dice il brano: “Tende insidie al giusto, perché è incomodo”.
Questo dualismo lo troviamo presente in tutti i tempi e in tutte le culture, anche entro le religioni, nei modi i più impensati. Dualismo che, più si fa alta e convincente la luce dell’amore universale e più sofisticata risponde la strategia degli inganni del regno delle tenebre. Chi di noi, che abbiamo scelto la luce vera che viene da Dio, non si interroga ad esempio sul perché oggi molti giovani lasciano il regno della luce, fondato sull’amore universale, e, anche con rischi capitali, cambiano regno. Passano là, dove devono nascondere il volto e l’identità, per fare ciò che ciecamente comanda l’odio, fatto passare come volontà di Dio. Altro esempio incomprensibile é la violenza gratuita degli ‘ultra’ sempre e ovunque! Il vero Dio non metterà mai gli uni contro gli altrui. Sappiamo fermamente che Dio è l’Unico e che tutti noi siamo per Lui la sua famiglia, amati uno ad uno.
Ecco cosa dice la pseudo morale degli empi: “Condanniamo il giusto a una morte infamante, poiché le sue parole sono vere”. Chi sono questi giusti? Risponde Giacomo apostolo: “Dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è ogni sorta di cattive azioni. La sapienza che viene dall’alto è pura, pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera”. Per un vero cristiano, (e noi vogliamo esserlo), ecco una Parola da portare a casa, da seminare nella mente, dove nascono sia il bene come il male, e farla diventare legge.
Il giusto, prima di denunciare, si esamina, purifica la sua mente dai pregiudizi e dai comportamenti, in parte da convertire, per essere nel numero dei giusti non solo a parole, ma nella vita quotidiana, cosa non assolutamente facile. Qual è il prezzo del giusto? Risponde Gesù in persona: “Il figlio dell’uomo (e noi siamo entro a questa umanità) viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”. Difficile da capire? Sì! “ I suoi discepoli non capivano, anzi, avevano timore”. Come è possibile? Gesù è l’umanità giusta. Noi l’umanità fragile. Sarà Lui a farci come Lui. A noi cercare di personificarlo nei pensieri, nelle parole e nelle opere.
don Rinaldo Sommacal